De Laurentiis: "Stadio? Non vorrei lasciare il Maradona ma..."

Il presidente alla festa di Fratelli d'Italia: "Castel Volturno? Dobbiamo andar via tra un anno"

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Napoli.  

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è tornato a parlare del futuro del club e delle infrastrutture sportive della città. Reduce da un viaggio a Los Angeles, il patron azzurro ha partecipato a un evento di Fratelli d'Italia, dove ha incontrato il ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi.

Il nodo infrastrutturale: il Maradona e il centro sportivo

De Laurentiis ha subito messo in chiaro la sua visione: "Quando sono arrivato, in Germania rappresentavano Napoli con un piatto di spaghetti e una pistola. Abbiamo lavorato duramente per restituire alla città il prestigio che merita". Tuttavia, il presidente ha sottolineato le difficoltà incontrate a causa della situazione debitoria del Comune, che ha limitato gli investimenti nelle strutture sportive.

"Solo con l'arrivo di Manfredi la situazione è migliorata e oggi vediamo qualche spiraglio positivo", ha ammesso De Laurentiis, riconoscendo i progressi compiuti dall'attuale amministrazione comunale. Tuttavia, il presidente ha ribadito che non può chiedere al sindaco investimenti infrastrutturali, poiché la città ha altre priorità.

La questione dello stadio Maradona è centrale nel dibattito. De Laurentiis ha evidenziato le criticità dell'impianto, costruito nel 1959 e ristrutturato in occasione dei Mondiali del 1990. "Mi dispiacerebbe dover lasciare il Maradona, stiamo facendo il possibile per restare", ha dichiarato il presidente, sottolineando la necessità di interventi di ristrutturazione per adeguare lo stadio agli standard moderni.

Tuttavia, i lavori si prospettano complessi e costosi, e potrebbero comportare una riduzione della capienza durante le operazioni. "Bisogna valutare il livello di usura dello stadio Maradona: ogni intervento strutturale potrebbe creare problemi, come accaduto due anni fa con il crollo sotto la curva", ha spiegato De Laurentiis.

Oltre al Maradona, il presidente ha posto l'accento sulla necessità di un nuovo centro sportivo per il Napoli. "Da due anni sto cercando un'area per il nuovo centro sportivo, perché tra un anno dovrò lasciare Castel Volturno e a settembre dovrò posare la prima pietra", ha affermato De Laurentiis, evidenziando l'urgenza di trovare un terreno adeguato per la costruzione della nuova struttura.

Il progetto prevede la realizzazione di 10 campi di calcio e 7.500 metri quadrati di strutture aggiuntive, per un investimento complessivo di circa 1 miliardo e 200 milioni di euro. "È fondamentale trovare terreni che consentano ai giovani calciatori di raggiungere il campo facilmente, anche dopo la scuola", ha sottolineato il presidente.

Europei 2032: Napoli a rischio?

La questione infrastrutturale assume un'importanza ancora maggiore in vista degli Europei del 2032, che si svolgeranno in Italia e Turchia. Il Maradona rischia di non ospitare l'evento internazionale a causa delle sue condizioni.

De Laurentiis ha lanciato un appello al governo affinché intervenga per sbloccare la situazione. "Ho detto ad Abodi: perché fare controlli inutili per capire se Napoli potrà ospitare tre partite di Euro 2032? Dovrebbe stabilire una scadenza: se Napoli non completa il restyling entro il 2029, si scelga un'altra città", ha dichiarato il presidente.

Il nodo principale riguarda i tempi necessari per la ristrutturazione del Maradona. "Tra un anno non saremo pronti", ha ammesso De Laurentiis, sottolineando la complessità dei lavori e la necessità di un intervento deciso da parte del governo.

Un appello al governo e alla città

De Laurentiis ha concluso il suo intervento con un appello al governo e alla città di Napoli. "Alla Meloni chiederei di prestare attenzione al calcio. Esiste una legge che permette di costruire stadi con supporto finanziario per riequilibrare il sistema economico del settore. Le soprintendenze non dovrebbero interferire, perché lo sport non riguarda il loro ambito. Serve un intervento diretto da parte del governo".

Il presidente ha poi rivolto un messaggio alla città: "Vorrei che Napoli smettesse di essere matrigna e diventasse finalmente una città più aperta e moderna". Un appello accorato, che sottolinea la volontà di De Laurentiis di contribuire alla crescita e allo sviluppo della sua città.