Conte: "Fiducioso per la sfida con l'Inter. Non commento le parole del patron"

L'allenatore del Napoli presenta la sfida di domenica: "Per me non mancheranno le emozioni"

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Napoli.  

Da un San Siro all’altro. L’ultima volta al “Meazza” fu anche l’ultima vittoria del Napoli, prima della sconfitta in casa con l’Atalanta. E per Conte sarà un ritorno dal sapore diverso. Prima sfida contro la sua ex squadra dopo 10 anni, per mantenere il primo posto solitario in classifica. La conferenza della “vigilia” a Castel Volturno è come al solito anticipata al giorno prima.

Tornerà a casa Inter da primo in classifica
«Fa sempre un certo effetto tornare dove si è lavorato, e dove si è lavorato duramente. È un carico di emozioni e si torna indietro nel tempo. Raffiorano alla mente tante emozioni, e farà un bell’effetto tornare. Sono stati due anni felici. Al primo siamo arrivati secondi e abbiamo perso la finale di Europa League. Al secondo abbiamo vinto lo scudetto. È stata una bellissima esperienza che porto dietro di me. Un’esperienza che ho sempre vissuto al massimo».

Cosa pensa delle parole di De Laurentiis? Che tipo di effetto possono produrre?
«Non le ho lette. Qualsiasi cosa ha detto il presidente penso che un allenatore non debba mai commentare quello che dice. Bisogna solo ascoltare e andare avanti. Il patron l’ho visto la settimana scorsa e non mi ha detto niente. Non commenterò mai le parole di un presidente, né ora né in futuro».

Tre punti più importanti per l’Inter o per il Napoli?
«Sono tre punti importanti per entrambe. Andiamo ad affrontare una squadra che oggi per tutto quello che ha dimostrato è la squadra più forte. Gli va riconosciuto e dato merito di questo. Oggi si mettono in una posizione più alta rispetto a tutte le altre antagoniste. Hanno fatto tutti un grandissimo lavoro e sono cresciuti in maniera esponenziale. Ma sono tre punti per loro e tre per noi. Non andiamo a San Siro a sventolare bandiera bianca prima di iniziare la partita. Siamo convinti di poterci giocare le nostre carte. Stiamo preparando la partita come facciamo per tutte le altre. Non andremo a lasciare i tre punti prima ancora di giocare. Sarà un importante test perché ci misureremo con la migliore del campionato. Ci arriviamo da prima in classifica, ma vuol dire tutto e niente. L’obiettivo è rimanere in testa alla classifica alla fine della partita».

È preoccupato per il rendimento e la condizione di Lukaku?
«C’è sempre la domanda su Lukaku. La sua crescita dipende dalla squadra. Penso che il singolo non sia mai così determinante per spostare dei valori. Il connubio di queste due cose ci deve portare a essere una squadra forte. La squadra deve continuare a crescere e a lavorare. Sono molto fiducioso perché vedo ogni giorno ragazzi che hanno voglia di lavorare. Vedo tanto impegna e tanta abnegazione. Non è giusto ridurre tutto su un singolo giocatore. Non è giusto nei confronti suoi e degli altri».

Lobotka è pronto?
«La qualità di Lobo e il suo valore lo conosciamo tutti. È inutile che siamo qui a sottolineare il suo valore. Dobbiamo essere bravi a cercare di creare una qualcosa che possa sopperire a un’assenza o più assenze. Gilmour ha fatto molto bene in queste partite. Non mi sentirete mai lamentarmi perché manca questo o quell’altro. Abbiamo provato a fare una rosa che nei limiti del possibile può sopperire a qualche problema. Lobotka ha ripreso gli allenamenti a metà settimana. Abbiamo cercato di gestirlo, ma sta bene ha recuperato ed è a disposizione. Che possa partire titolare o a gara in corso è tutto da valutare».

Che settimana è stata per la squadra?
«È stata una settimana normale, di lavoro. Non solo dal punto di vista fisico e tattico, ma anche con i video. Li analizziamo dopo una vittoria e soprattutto dopo una sconfitta. Ci serve per capire perché c’è stato questo inciampo e se hanno inciso delle situazioni nelle quali possiamo migliorare. I ragazzi hanno sempre grande spirito e voglia di misurarsi. Attraverso l’allenamento sanno che c’è una fase di miglioramento».

Che deve fare il Napoli per mettere in difficoltà l’Inter?
«Giocare la partita senza pensare di andare a San Siro a fare da sparring partner. Non è questa la nostra idea, anche in un percorso di crescita, è di andarci a misurare con i nostri reali valori. Penso che al di là del risultato sia l’aspetto più giusto per continuare a crescere».

Il prossimo passo può essere migliorare la fase offensiva?
«Su tutto c’è da migliorare. Noi lavoriamo su tutto. Cercheremo di migliorare da primi in classifica, e questo significa ricercare l’eccellenza in assoluto. Quindi continuiamo a lavorare per soddisfare tutte le esigenze possibili».

Sei squadre in quattro punti nella parte alta della classifica?
«In sei squadre c’è la corsa per tutto. Dallo scudetto all’Europa. Tutte queste squadre in pochi punti fa capire la difficoltà del campionato».

Cosa vuole vedere migliorato rispetto all’Atalanta?
«Anche a livello statistico quella partita è stata molto equilibrata. La devo analizzare con occhi freddi e non quelli del tifoso. In altre partite siamo stati più cinici nello sfruttare le occasioni. In questo caso lo è stata di più l’Atalanta. Dobbiamo provare a essere più qualitativi nella fase offensiva e di essere più forte nei duelli».

La ricostruzione del Napoli sta progredendo anche su altri livelli? Centro sportivo, stadio etc
«Non è il caso di diventare monotematici sul discorso ricostruzione. Abbiamo intrapreso un percorso che prevede diversi step. Bisogna dare tempo per dare la possibilità a questi step di realizzarsi. Sono tutte cose che valutiamo con il club e con il presidente. Non è che il centro sportivo esce come un fungo. Ci vuole tempo, ma non vedo tutta questa pazienza di aspettare. Non è che posso mettermi io con i calciatori a realizzarlo (ride, ndr). Sarebbe comunque importante partire per sviluppare un po’ tutto, ma Napoli è una piazza un po’ impaziente da questo punto di vista».

Al Napoli manca un marcatore brevilineo?
«Da questo punto di vista si lavora durante la settimana, ma questo resta un lavoro di squadra che va fatto. Contro un attaccante veloce si può mettere chiunque, l’importante è che faccia bene e che non resta isolato in condizioni di uno contro uno».