IL PIZZINO di Urgo: Dal presupposto alla sua conclusione

Ecco perché il Napoli è crollato contro l'Atalanta di Gasperini

il pizzino di urgo dal presupposto alla sua conclusione
Napoli.  

Il presupposto di Napoli-Atalanta, allo stadio Maradona di una domenica di novembre che sembrava di giugno, era  tutto nella lettura delle formazioni titolari e dei nomi pronti a subentrare a partita in corso.

Le assenze di Scalvini e Scamacca per gli orobici non erano (in tandem) neanche lontanamente paragonabili a quella di Lobotka per gli azzurri (assente anche dalla panchina), tanto più che il bravo, ma insopportabile, Gian Piero Gasperini era riuscito - supportato da una dirigenza competente e illuminata -  prontamente a sostituirli con calciatori, forti, duttili e intelligenti. Quanto invece ai partenopei, Billy Gilmour dopo un primo momento di incertezza (sua) e di perplessità (dei tifosi) era sembrato infine avviarsi a un processo di crescita costante e convincente.

Certo, l'esame che gli toccava era ben più arduo di quelli precedenti, con quei due mastini di De Roon ed Ederson con cui misurarsi là nelle terre di mezzo, sperando in una giornata superlativa di Anguissa a togliergli pressione e tignosità. Quanto alle scelte del tecnico nerazzurro colpiva quella di rinunciare al suo capocannoniere Retegui, schierando al suo posto De Ketelaere, con l'evidente intento di non dare punti di riferimento ai due centrali azzurri e allo scopo di favorire i mortiferi inserimenti nel cuore dell'area avversaria dei due già citati centrocampisti. Da non trascurare il fatto che a far da incantatori di serpenti a sonagli c'erano due diavoletti del calibro di Lookman e Pasalic (più il primo del secondo).

A completare il tutto c'era da dare un occhio particolare a quei due assaltatori di corsie laterali all'arma bianca che erano Ruggeri e Zappacosta. Ma non era tutta preoccupazione e difesa che imparava nell'ora preprandiale napoletana. Si contava sul genio di Kvaratskhelia, sulla solidità ondivaga e penetrante di McTominay, sulla puntigliosità saggia e spiazzante di Politano e sulla forza dirompente di Lukaku per dar nerbo alle attese dei tifosi e, soprattutto, per giustificare una posizione in classifica che da molti (compreso il sottoscritto) era considerata "oggetto di valutazione". Neanche il tempo di iniziare e (proprio) i due serpentelli malefici De Ketelaere e Lookman confezionavano il vantaggio per gli ospiti, mettendo di fatto la partita nel verso preferito da Gasperini. Qualche secondo e il Napoli aveva l'occasione per raddrizzarla, ma il palo soffocava ogni esultanza, a Fuorigrotta come in tutto il resto del mondo. Così dal presupposto non poteva giungere che una sola conclusione.