Il presidente Aurelio De Laurentiis è avvilito e deluso, così come lo sono i tifosi del Napoli. Dopo la disfatta di Empoli sono circolate con insistenza voci di un ritiro punitivo a partire da oggi, addirittura fino al termine del campionato, con ancora cinque partite da giocare. In realtà, non ci sarà alcun ritiro. Almeno fino alla prossima partita: ma anche ipotizzare che un provvedimento possa essere in un certo senso pianificato, è azzardato. Perché c’è la speranza e la fiducia che domenica contro la Roma al “Maradona” possa vedersi finalmente un Napoli degno della squadra campione d’Italia. Vero, però, che il presidente azzurro è infuriato: nell’intervallo della partita del “Castellani”, quando il Napoli era già sotto, è sceso negli spogliatoi dello stadio. Si è duramente sfogato, rimproverando giocatori e allenatore. In quell’occasione il presidente avrebbe minacciato il ritiro punitivo immediato in caso di “ennesima figuraccia”. Ecco perché, dopo la sconfitta degli azzurri, si è diffusa la voce. In realtà, a quanto pare, De Laurentiis non ha dato seguito alle sue parole. Non sarebbero mancati problemi "logistici", come la difficoltà del reperimento di un hotel in tempi immediati, ma "volere e potere" e non è stato questo il motivo del mancato ritiro.
Il Napoli riprenderà gli allenamenti come da programma. Non ci sarebbe stata alcuna “trattativa” con Calzona e il capitano Di Lorenzo. Ovviamente, è scontatoche il ritiro non piace a nessuno. Né ai calciatori e nemmeno all’allenatore. Viene considerato un provvedimento inutile e ormai antiquato. E anche la storia del Napoli, da un certo punto in poi, ha visto i ritiri sempre mal digeriti. Il ricordo del famoso “ammutinamento” nel 2019, con Ancelotti in panchina, è sempre fresco nella memoria. Fu una di quelle occasioni in cui De Laurentiis impose il ritiro punitivo, al quale i calciatori dell’epoca si ribellarono. Anche con Spalletti arrivò una decisione simile, ma in quel caso il presidente ci ripensò dopo un colloquio con l’allenatore, che si fece portavoce dello spogliatoio. Per quanto riguarda questa situazione, non si può parlare di un cambiamento di idea ma di una “minaccia” che non è stata concretizzata. Evidentemente De Laurentiis si aspetta che Calzona e i giocatori più importanti riescano a trasmettere il messaggio giusto allo spogliatoio azzurro, sempre più in balia di un momento molto difficile.