I giudici della Cassazione hanno accolto il ricorso degli eredi di Diego Maradona contro una presunta evasione fiscale che si aggira sui 37 milioni di euro.
La vertenza - riportata dal Mattino e dal Messaggero - è legata ai compensi versati dal Napoli al campione argentino nella seconda metà degli anni Ottanta: nei pagamenti dei diritti di immagine su conti esteri (in Liechtenstein) da parte di due società straniere si configurò un'evasione fiscale, all'epoca di 40 miliardi di lire, poi lievitata negli anni a 37 milioni di euro, più di metà dei quali in interessi di mora.
La sezione tributaria della Cassazione (presidente Roberta Crucitti) ha accolto il ricorso discusso dall'avvocato Massimo Garzilli, che rappresenta Diego Armando Maradona con l'avvocato Angelo Pisani, rimandando tutto alla commissione tributaria della Campania, che dovrà esprimersi nuovamente sulla vicenda. In caso di giudizio negativo definitivo, l'eventuale debito residuo in sospeso ricadrebbe sulle spalle degli eredi.
«La Cassazione dà ragione a Maradona, sancisce che non è stato un evasore fiscale cassando ogni precedente decisione e pronunciandosi in suo favore a dispetto di ben tre dinieghi che lo vedevano soccombente, e anche contro il parere, anche questo negativo, pronunciato dal sostituto procuratore generale della cassazione Alessandro Pepe». È quanto dichiara l'avvocato Angelo Pisani, storico avvocato difensore di Diego Armando Maradona, commentando la sentenza della Suprema Corte sul presunto caso di evasione fiscale che ha visto protagonista per oltre trenta anni il compianto e malcapitato campione argentino scomparso il 25 novembre 2020 e dal 2010 difeso dalla squadra legale azzurra messa in campo dal suo amico avvocato Angelo Pisani.
La Cassazione, con il pronunciamento del 14 dicembre scorso, ha confermato la precedente decisione del 2021 e rimesso la decisione finale ai giudici di secondo grado della commissione tribunaria regionale per calcoli e spese legali anche se, spiega Pisani, «la vicenda si può ritenere chiusa in quanto dai calcoli, Maradona non deve nulla al Fisco italiano, ogni operazione anche matematica oltre che di logica e giustizia porta a zero».
A Maradona veniva addebitata una evasione fiscale che da 6 milioni di euro lievitò fino a ben 40 milioni a causa di interessi e sanzioni negli anni di persecuzione. Il campione argentino, affiancato da Pisani, intraprese una battaglia ormai vinta ma di cui non verrà mai a conoscenza.
«La questione - tiene a precisare Pisani - poteva essere risolta già con l'istanza di autotutela che presentammo nel 2009. Una richiesta depositata in occasione del ritorno in Italia di Maradona a Napoli dove lo scortavamo per evitargli altri pignoramenti e invece rigettata dall'Agenzia delle Entrate e mai rivalutata da altri giudici».
Va ricordato che in realtà «l'accertamento fiscale era già stato annullato dalla Giustizia italiana con un ricorso della Società Sportiva Calcio Napoli a guida Ferlaino la quale aderì cautelativamente anche a un condono per evitare ogni futuro equivoco». «Chi risarcirà ora tutti i danni personali, patrimoniali e all'immagine, oltre alla storia e ai valori dello sport subiti per trent'anni da Maradona?» si chiede ora l'avvocato Angelo Pisani.