Il preparatore atletico Eugenio Albarella è stato ospite de “La Domenica Azzurra”, in onda ogni domenica alle 20.30 su OttoChannel, canale 16 del digitale terrestre. “La comparazione tra la prima conferenza stampa di Garcia con quella di Mazzarri dice tutto: fai fatica a creare empatia se dici che il passato non conta e che hai visto poche partite, quando il Napoli ha vinto lo scudetto con una qualità di gioco che ha incantato in Europa. Mazzarri invece, da allenatore scafato, ha ricordato subito il capolavoro di Spalletti e ha creato subito quel feeling che serviva, toccando le corde giusto. E’ chiaro che solo il tempo ci dirà se la scelta è stata giusta, ma l’inizio è stato quello opportuno. Mazzarri non deve però commettere l’errore di pensare a un calcio verticale, perché dal punto di vista atletico, eccettuo Osimhen, l’organico del Napoli non ha giocatori con la tendenza a strappare. Nel Napoli attuale con un calcio verticale si rischia di fare ripartenze con un solo giocatore, gli altri ci devono arrivare con il palleggio. Non è stata dunque una casualità giocare in quel modo, ma una scelta importante di uno stratega come Spalletti. Ed ora un allenatore esperto e preparato come Mazzarri ha capito- a differenza di quanto ha fatto il precedente allenatore- che nel Dna di questa squadra c’è la caratteristica di dover riempire l’area solamente attraverso il possesso. La gara di Champions contro il Real Madrid? E’ determinante per gli obiettivi della società, in quello che è l’ulteriore obiettivo, ovvero provare a centrare il mondiale del club. In tal senso il passaggio del turno in Champions è fondamentale per superare le altre due italiane, più avanti nel ranking. La gara con il Real è dunque un’opportunità, può essere una strategia più breve per riaccendere la luce negli occhi. Questo perché al Napoli serviva, e serve, riaccendere la luce che ha portato a vincere uno scudetto storico: quella voglia, quella fame, quella mentalità”.