“Il Napoli riparte da Bologna. Bravi tutti”. Il tweet di De Laurentiis è un estintore che prova a spegnere un incendio che dopo Bologna sarebbe divampato, vista la non vittoria, visto il gesto di Osimhen che fa seguito a quello di Kvaratskhelia dopo la sostituzione, viste le dichiarazioni post partita di Garcia che ancora una volta non aiutano.
Il tweet di Adl
Il tweet del patron prova a blindare l'allenatore anche perché, evidentemente, a Bologna si è registrato un passo indietro rispetto alla rivoluzione teorizzata fino a Braga ed evidentemente abortita. Lobotka è tornato a fare il regista, con evidenti effetti sull'equilibrio della squadra (non ha preso gol e ridotto al minimo i rischi) e sulla tenuta di alcuni singoli: Lobotka stesso, Zielinski, e poi Anguissa che esonerato dai compiti di regia e tornato al taglia e cuci a tutto campo è tornato ad essere gigantesco, dopo essere apparso un pesce fuor d'acqua. Insomma: non era fuori forma il camerunense, né lo era Lobotka...era semplicemente rigetto per un nuovo sistema di gioco.
Può essere che il ritorno al passato sia stato legato all'esigenza di maggior equilibrio per aiutare la difesa inedita con Natan e Ostigaard, può essere una richiesta del gruppo poco incline a rinunciare ai meccanismi che aveano reso la squadra dominante o potrebbe essere anche il frutto di un confronto col patron.
Il ritorno di Lobotka al centro del villaggio
In fin dei conti in estate era stato De Laurentiis stesso a tracciare come conditio sine qua non per la scelta del nuovo tecnico “l'utilizzo del nostro 433”. E dunque “Il Napoli riparte da Bologna” potrebbe essere proprio rivolto all'aver ritrovato, se non la vittoria, gli equilibri in cui la squadra si ritrova, il modello di gioco che aveva portato il Napoli a vincere lo Scudetto dopo 33 anni e con un distacco di 16 punti sulle avversarie.
Le reazioni di Kvara e Osimhen
Tuttavia se Garcia passa all'incasso del tweet di De Laurentiis, come manifestazione di fiducia, è chiaro a tutti che la sua posizione non è delle migliori. I gesti di Kvara e Osimhen sono sbagliati: ma se la reazione del secondo, notoriamente un “sanguigno”, può pure derubricarsi come frutto della foga agonistica del momento quella di Kvara, pacato e quasi timoroso, è spia di uno spogliatoio che guarda perplesso (almeno) il nuovo tecnico. E dunque sì, non si protesta ai cambi, non si reagisce...ma se Kvaratskhelia e Osimhen rappresentano un patrimonio (anche e soprattutto economico) per il club azzurro è evidente che le stesse caratteristiche non le abbia Garcia. Difficile immaginare che De Laurentiis (e proprio De Laurentiis) possa consentire il deprezzamento di un potenziale tesoretto da centinaia di milioni per il Napoli.
La comunicazione di Garcia
E stante il tweet strategico di Adl non aiutano a stemperare la tensione le parole di Garcia. Dopo quelle, sciagurate, sulla non conoscenza del passato, col passato a rappresentare una stagione che era e resterà per sempre nella storia del Napoli (e Garcia chissà), arriva la replica del “chiedete ai calciatori se hanno fiducia in me” che ancora una volta lasciano molto, molto perplessi.
Posizione solida ma non troppo
Insomma ad oggi la posizione del tecnico è solida, d'altronde De Laurentiis non è mangia allenatori e in vent'anni di Napoli è arrivato solo quattro volte all'esonero. Ma probabilmente non così solida da resistere ad altri passi falsi: senza vincerne almeno una delle prossime due contro Udinese e Lecce inizierebbe a traballare. Non così solida, poi, da poter considerare la possibilità di fare muro contro muro contro la squadra Campione d'Italia...contro i principali eroi men che meno.