30 maggio 2023. Il Napoli già Campione d'Italia da un mese si prepara a salutare il suo pubblico nell'ultima, grande, festa al Maradona dopo la Sampdoria. L'allenatore in carica è ancora Spalletti, ma ha già ufficializzato il suo addio. De Laurentiis è alla ricerca del nuovo allenatore, e si apre alle prime dichiarazioni in merito. Ciò che emerge, al solito, è il “colore”: il patron annuncia di avere sul tavolo una rosa di dieci nomi e terrà banco questo mega casting fino alla scelta finale di Garcia, quando la rosa diventa man mano di venti, trenta, quaranta nomi.
Si ricorda ancora questo insomma, il colore, di quella fase cruciale e delicata per il Napoli e non la sostanza. Sostanza che stava in un'altra dichiarazione meno titolabile, meno pittoresca di De Laurentiis: “Il nuovo allenatore non dovrà discostarsi dal nostro marchio di fabbrica che è il 4-3-3 spettacolare”.
L'8 Giugno il patron andava a cena con Garcia. Il 15 Giugno per il francese arrivava l'ufficialità: avrebbe sostituito lui Spalletti sulla panchina del Napoli.
I 40 allenatori...e il 433
Inevitabile dunque immaginare che quel “casting” Garcia l'abbia superato passando davanti agli altri 39 candidati (veri o presunti) anche offrendo la garanzia assoluta di proseguire nel solco del 4-3-3...
Cosa sia successo da allora non si sa, ma l'hanno notato tutti che la prima cosa da fare dell'estate sia diventata la prima da cambiare pochi mesi dopo, perché è evidente che Garcia pare più attratto dalla possibilità di 4 – 2 – 3 – 1 o un 4 – 3 – 2 – 1 più che riapplicare lo schema di Spalletti.
Il coraggio di andare fino in fondo
Non che ci sia qualcosa di male: un allenatore ha le proprie convinzioni ed è giusto che le porti avanti...fino in fondo però. Perché ad oggi pare che si sia sospesi nel limbo tra ciò che dovrebbe fare Garcia e ciò che invece vorrebbe fare...al netto poi delle dichiarazioni presuntuose in conferenza stampa. Perché se a chi chiede (giustamente) conto delle differenze col passato si risponde “Io non conosco il passato” e il passato è uno scudetto vinto dopo 33 anni a 16 punti sulle avversarie oltre al punto più alto mai raggiunto in Europa, quella frase è inutilmente presuntuosa, e anche in maniera vuota.
Corto muso?
E sbaglia chi dice di una piazza abituata troppo bene. Con 3 scudetti in 97 anni di storia nessuno immagina una nuova stagione a 16 punti sulla seconda...il terzo scudetto l'ossessione per la vittoria, posto che di vincere non ci si stanca mai, l'ha lavata via. Ci si aspetta per contro di divertirsi, come in fin dei conti e tra alti e bassi sempre è accaduto tranne nel secondo anno di Ancelotti, anche perché le condizioni intese come qualità della rosa ci sono tutte.
Difficile immaginare infatti che dalle parti del Maradona si possa accettare una teoria del corto muso, sia dalla parte degli spalti che dalle parti della tribuna d'onore.