IL PIZZINO di Urgo: Le ombre (non tutte fugabili) della prima

Riflessioni sull'esordio in campionato del Napoli: spazzate via le paure, per Garcia buona la prima.

il pizzino di urgo le ombre non tutte fugabili della prima
Napoli.  

L'inizio di campionato ha sempre il suo fascino, se poi devi difendere uno scudetto conquistato in quel modo e sei napoletano il fascino e le emozioni aumentano a dismisura. Anche le preoccupazioni e gli scongiuri, a dire il vero, ma questa è un'altra storia a cui accennerò da qui a poco. La cosa più bella scritta per il nuovo inizio e indirizzata all'allenatore Rudi Garcia appena giunto a Napoli - ma, a guardar bene, non solo - era stata riportata su uno striscione dei tifosi napoletani (manco a dirlo) e recitava testualmente: "Benvenuto in vetta monsieur, difendiamola!".

Nulla poteva essere scritto con più appropriatezza e, per quanto pensato e pubblicato prima che il mercato degli acquisti e delle vendite fosse compiuto, sapeva di incitamento, orgoglio, onore e rispetto, nessun accenno a future vittorie o a rinnovati sfracelli. C'era da tutelare, infatti, un patrimonio di fantasia, tecnica, forza, onestà (sportiva e non solo), integrità (gestionale), affiatamento e coesione (tra tutti gli attori in campo) che definire unico e irripetibile era dir poco. Ma c'era anche da farlo con gli stessi strumenti di qualità e rigore mostrati nel campionato appena trascorso. E per di più senza due elementi, allenatore e direttore sportivo, che a detta di tutti erano stati i primi artefici di quello straordinario risultato. Incognite, dubbi e perplessità, insomma, si sprecavano, mentre società, calciatori e tifosi se ne andavano in giro per il mondo gonfiando un petto più che mai azzurro e finalmente scudettato. L'impegno era di quelli classici per finire nella trappola della sottostima o della "nuova amalgama" da raggiungere, e pure contro una squadra "quasi campana", vista la vicinanza geografica con Napoli, e pertanto anche lei (sigh) in odore di "pugna da campanile". Per di più una formazione che aveva appena trionfato nel campionato cadetto - la sfida tra le due prime delle classi dell'ultima stagione aggiungeva grande fascino alla sfida - e che aveva l'entusiasmo del ritorno in A, del nuovo allenatore e dei tanti nuovi e buoni innesti desiderosi di mostrarsi sul palcoscenico migliore, e alla prima poi. Insomma c'erano tutti gli ingredienti per la curiosità, l'attesa e il timore più spasmodici. Ad aggiungere suspense  - non so quanto ad arte - si era messa la faccenda di Spalletti nuovo CT dell'Italia, nomina che, al di là che fosse meritata o meno, raccontava di uno scontro istituzionale che non faceva ben sperare per il prosieguo degli eventi (azzurri). I dubbi restavano, ma la prima era buona.