Chiudere i cerchi...e i conti col passato. L'annata del Napoli, straordinaria, si sostanzia anche in questo: guardare i fantasmi, tanti, che ne hanno condizionato il passato.
Condizionato, non funestato, perché di certo non si può considerare funesto il recente passato del Napoli: sempre in Europa, sempre tra le prime posizioni e mai vincente però.
Mai vincente soprattutto col prossimo “incontro”: il fantasma dei (bei) Natali passati Maurizio Sarri. Natali felici, sfarzosi, luccicanti ma ahinoi, mai vincenti: un po' per cause intrinseche (ieri il mister parlava delle differenze tra la rosa di Spalletti, più ampia e forte fisicamente con la sua) un po' per interventi di Grinch a vario titolo.
Venerdì un altro cerchio e un altro conto col passato da chiudere dunque, mentre sabato se n'è chiuso un altro. Già: quell'Empoli che lo scorso anno sia all'andata sia al ritorno ha seppellito le ambizioni scudetto dello Spalletti 1.0. Temprandone la fragilità all'andata, quando con un gol fortunoso aveva misurato l'incapacità degli azzurri di affrontare la serata storta, quella dove non riesce il primo a tiro a giro e si sprofonda in un bicchiere d'acqua, e la schiavitù della bellezza al ritorno, quando in vantaggio per 2 a 0 all'80 esimo il Napoli concedeva 3 gol in sette minuti ad avversari ormai salvi, satolli e quasi sbalorditi di fronte a tanta grazia inattesa. Schiavitù della bellezza, che se non riesci a mostrare per 90 minuti vai in isterismo e panico a rovinare tutto: un tratto comune.
Conti già chiusi quelli degli scontri diretti, non già quello con la Juve, troppo facile, ma quelli con Roma (andata e ritorno), Milan, Lazio, Atalanta: quelli dove vai in vantaggio o addirittura in svantaggio e ti riprendono. O dove rinunci ad attaccare perché ti tremano le gambe: è capitato, spesso. Quelli che gli altri anni non riuscivi a vincere (frase maledetta per l'abuso che se n'è fatto in terra napoletana) per il solito discorso di immaturità, quelli che quest'anno un Cholito o quella furia di Osimhen o la grazia feroce e non fragile di Kvara hanno fatto il vuoto tra il Napoli e le avversarie.
C'è un conto quasi chiuso in Europa, con le colonne d'Ercole degli Ottavi quasi alle spalle e i quarti all'orizzonte: e se è valido il discorso fatto fin qui oltre quelle colonne c'è un altro cerchio da chiudere, dentro c'è il volto pacioso di Carletto e la maglia bianca del Real.