Dove non arriva il palleggio arriva l'atletismo. Si può sintetizzare così la vittoria del Napoli al Maradona contro il Torino: ed è una novità rispetto al passato.
Era noto che Juric avrebbe impostato la gara sul tentare di rompere le trame di gioco del Napoli, che però non è andato in crisi impostando la partita su caratteristiche diverse.
Quelle di Anguissa per la precisione che dopo soli 6 minuti è andato a raccogliere di testa un bel cross di Mario Rui, portando in vantaggio il Napoli e dopo altri 6 minuti ha raddoppiato partendo da centrocampo e sgroppando fino all'area del Toro depositando il pallone alle spalle di Milinkovic.
Simile il terzo gol di Kvaratskhelia al 37esimo: accelerata incredibile e sinistro degno di una traiettoria del due volte campione del mondo di biliardo Andrea Quarta che bacia il palo e finisce dolcemente in porta.
Il Toro rientra in partita in finale di primo tempo quando Sanabria coglie una traiettoria buona, ma fortunata, che passa tra le gambe di due difensori e piega le mani a Meret, e potrebbe riportarsi sotto pochi minuti dopo con lo stesso Sanabria che manda a lato di pochissimo di testa.
Nel secondo tempo il Toro lotta ma è il Napoli ad andare vicino al quarto gol con Politano, mentre Meret conferma lo splendido momento di forma con una superparata su Radonjic.
Finisce tre a uno e il Napoli vola in testa alla classifica da solo in attesa dell'Atalanta.
Una prova di forza importante e un segnale importante dunque: in passato bloccare il palleggio del Napoli equivaleva a mandarlo in depressione, oggi riesce, peraltro in scioltezza, a trovare altre soluzioni, sebbene la gestione del secondo tempo col Toro aggressivo e la squadra di Spalletti in difficoltà nel ripartire è un elemento su cui lavorare.
Il Napoli non va in depressione se non palleggia: è una (bella) novità
Col Toro vince di forza e caparbietà: un buon segnale
Napoli.