Atletica, Sibilio fa autocritica: "Dipendeva da me, l'ho buttata in curva"

Il napoletano, fuori per 4 centesimi dalla finale, ha analizzato con lucidità la sua gara.

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Napoli.  

Alessandro Sibilio non ce l’ha fatta. E’ rimasto fuori dalla finale per 4 centesimi. Avrebbe potuto trovare mille scuse, una su tutte l’infortunio di Montecarlo. Invece è stato chiaro: “Dipendeva da me, l’ho buttata in curva”.

Forse troppo severo con se stesso? Gli alibi sono per i perdenti. Lui è un ragazzo ambizioso, un campione dal grande cuore che dal suo primo Mondiale voleva tornare a casa con un altro risultato. Andrà messo nelle condizioni migliori, anche politici e dirigenti devono rendersi conto di dover proteggere un grande atleta che per il nostro movimento è una fortuna. Tra un anno all’Olimpico di Roma e poi in quello di Parigi, potrà sfidare nuovamente i suoi rivali. A Budapest esserci era un successo, tra dodici mesi l’ambizioso Sibilio vorrà essere protagonista.

La specialità dei 400 ostacoli ormai è giunta ad un livello stellare. Il campano se vuole essere competitivo dovrà cambiare marcia e abbattere con continuità il muro dei 48’’ e anche quel record italiano di Fabrizio Mori (47.54) che dura ormai da troppo tempo. Riuscirci non sarà semplice, ma il Sibilio visto in Coppa Europaa fine giugno correre 48.14 sembrava essere lanciato verso quella barriera. Il talento c’è, le motivazioni anche, bisognerà trovare quel pizzico di fortuna che non guasta e soprattutto stare bene fisicamente.