Valerio Cuomo, 24 anni ad aprile, è un ragazzo di talento. Lo ha sempre dimostrato fin dalle prime gare giovanili. E’ arrivato nella scherma dei grandi con ambizioni importanti, del resto sulle pedane di tutto il mondo quel cognome fa rima con vittorie. Papà Sandro in Coppa del Mondo aveva vinto due volte, a distanza di dieci anni, ma ha arricchito il suo palmares con medaglie Olimpiche e Mondiali.
Valerio ha sempre sognato di diventare uno dei grandi della spada mondiale. Ha lavorato per questo e a Sochi, in terra russa, ha finalmente dimostrato di poterci stare. Lo ha fatto vincendo la sua prima tappa di Coppa del Mondo tirando alla grande. La vittoria, però, non faceva parte dei programmi nellemeno nella sua tabella di marcia. E’ arrivata grazie alle splendide sensazioni vissute in pedana e soprattutto all’assenza di ogni timore riverenziale al cospetto di campioni veri. Uno su tutti il francese Cannone, che sul primo gradino del podio, ci era salito addirittura ai Giochi di Tokyo. Cuomo lo ha battuto nettamente in finale dove ha tirato da spadista concreto e vincente.
“Non è stato facile metabolizzare un risultato così importante e un po’ inatteso visto che non ambivo al primo posto” ha spiegato Cuomo attraverso l’ufficio stampa federale guidato dal salernitano Dario Cioffi. “Ho capito che potevo andare fino in fondo quando ho vinto la priorità in uno dei turni precedenti, da lì ho insistito fino alla fine”.
Vittoria importante che va gestita con cautela. “Il percorso è ancora lungo e non bisogna cambiare ritmo in questo momento –sottolinea- la difficoltà adesso sarà rimanere sul pezzo”. Infine una dedica speciale. “La vittoria è per tutta la mia famiglia”. Una famiglia che ha lasciato il segno nella scherma tricolore.