Napoli, da Spalletti alla lotta al razzismo: Koulibaly a tutto campo

Il centrale senegalese ha svelato un retroscena in merito a come lo ha soprannominato il tecnico

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Napoli.  

Al “Meazza”, contro l'Inter, il Napoli ritroverà il suo colosso difensivo. Kalidou Koulibaly è pronto a guidare la retroguardia meno battuta della Serie A contro l'attacco più prolifico, quello dei nerazzurri; a fare la sua parte per far restare lì, in cima alla classifica, la squadra allenata da Spalletti.

E a proposito di Spalletti. Nel corso di un'intervista esclusiva rilasciata a Dazn, il centrale senegalese non ha usato giri di parole: “Spalletti ci ha dato tanto in termini di mentalità. Ha detto, appena arrivato: non è normale che non si vince. Voleva capire quale fosse il problema. Questa frase è stata importante. Se uno da fuori dice così significa che davvero abbiamo delle potenzialità. Ha avuto l'umiltà di dire che il lavoro di Gattuso è stato buonissimo, lui non è arrivato qui per cambiare tutto, ma per dare qualcosa in più. Mi chiama “Sua Maestà”? Sì, è vero, ma mi chiama anche “il Generale”, ma mi piace più “il “Comandante” (ride, ndr). Dice che sono il leader, ma faccio quello che serve. Sono qui da otto anni, a disposizione dei compagni e di chi ha bisogno di aiuto. Sono consapevole che giochiamo per una città intera, per milioni di persone. Se io lo chiamo papà? I miei compagni dicono che faccio così con tutti gli allenatori perché mi fanno giocare sempre...”.

Si torna in uno stadio che non evoca ricordi piacevoli così come l'incrocio coi meneghini: “Il razzismo? All'inizio pensi di essere tu a sbagliare, ma poi la città ti ricorda che sei la persona giusta. Questo problema si può ancora combattere, già negli anni passati siamo andati avanti. Irrati stoppò Lazio-Napoli? Lo stimo molto. Con grande calma mi disse che avrebbe fermato la partita. Ero sorpreso e ancora oggi lo ringrazio perché mi ha dato la forza di iniziare a lottare davvero contro questa discriminazione”.