La sosta per le Nazionali non è mai stata così utile. Lo stop al campionato per dare spazio alla fase conclusiva della Nations League, dove l'Italia di Insigne è stata eliminata in semifinale dalla Spagna, è servita per una riflessione sull'ormai tristemente noto caso Koulibaly, bersagliato da epiteti razzisti in occasione di Fiorentina – Napoli. Una battaglia, quella contro la discriminazione, che ha sempre unito, ma che deve necessariamente tradursi in qualcosa che vada oltre la solidarietà: in deterrenti concreti per chi si rende protagonista di comportamenti vergognosi e da condannare senza il minimo indugio. Prende così corpo una linea comune tra i club per escludere i razzisti da qualsiasi evento e tutti gli stadi d’Italia. Ieri, a margine di quasi 6 ore di riunione della Lega Serie A a cui non ha preso parte solo la Salernitana, il tema della lotta al razzismo è stato centrale tra gli altri all'ordine del giorno. Alla fine del dibattito è arrivata la decisione che si appresta a essere formalizzata: se fino oggi era proibito tornare nell'impianto sportivo in cui un eventuale episodio razzista si era verificato, da ora in avanti in divieto si estenderà a tutto il territorio nazionale. Porte chiuse per i razzisti, sempre e ovunque. Un possibile punto fermo che rappresenterebbe una svolta epocale, che sarebbe potuta e dovuta arrivare già tempo addietro seguendo il virtuoso esempio della tolleranza zero applicata in un Paese su tutti: l'Inghilterra.
Razzismo, tolleranza zero dopo il caso Koulibaly: la decisione della Serie A
La Lega, riunita in assemblea, si appresta a deliberare un provvedimento senza precedenti
Napoli.