Giuseppe Vicino è ancora a Sabaudia, sta vivendo la sua quarantena con Giovanni Abagnale dove di solito si svolge il ritiro degli azzurri. La Nazionale in questo periodo sarebbe dovuta essere in un collegiale permanente per preparare al meglio le Olimpiadi. Vicino, bronzo a Rio de Janeiro nel quattro senza, stava preparando l’assalto ad un nuovo sogno quando è arrivato il rinvio.
“Due mesi fa nessuno se lo aspettava, eravamo tutti in preparazione, concentrati in raduno, per preparare al meglio le gare nazionali e internazionali, a partire da Sabaudia e Varese. Poi il virus ha contagiato tutto il mondo e adesso ne stiamo pagando, tutti, le conseguenze. Fortunatamente hanno avuto la coscienza di rinviare Tokyo di un anno, così l’intero Pianeta ha il tempo di organizzarsi per vincere questa guerra invisibile. E’ bene pensare prima alla salute e poi ai Giochi. Lo dice la parola stessa, l’Olimpiade è sempre un gioco, anche se noi lo prendiamo molto seriamente. La vita però è un’altra cosa, quindi bene che Tokyo 2020 sia stata posticipata”.