Erano circa un centinaio gli attivisti dei centri sociali e dei movimenti studenteschi accorsi per il presidio, questa mattina, davanti alla sede Rai di Napoli, respinti con una carica da parte degli agenti in tenuta anti sommossa.
Cinque poliziotti e cinque manifestanti sono rimasti feriti nel corso dei disordini. Dei cinque agenti, si apprende da fonti della questura, due sono in servizio al Reparto Mobile mentre altri tre al locale commissariato di polizia. Da fonti dei manifestanti si apprende che sono cinque gli attivisti colpiti e costretti a farsi medicare dopo gli scontri. Nessuno dei feriti è in gravi condizioni.
Da più parti adesso si chiede di accertare "l'esatta dinamica dei fatti" su quanto accaduto. Gli attivisti stavano manifestando in favore della Palestina a seguito di quanto accaduto durante l'ultima puntata di Domenica In. Il ministro Piantedosi è stato chiamato a fornire delucidazioni sulla vicenda.
I manifestanti: violenza e feriti vs striscione per ridurci al silenzio
"Questa mattina in centinaia eravamo fuori la sede della RAI, una giornata iniziata con le assurde di prescrizioni notificate prima del presidio ad un nostro compagno che alleghiamo.Scontri violenti della polizia, diversi feriti nostri: questo è il clima in questo paese in cui oramai bisogna rimanere in silenzio". Lo si legge in una nota congiunta diffusa dagli organizzatori del sit in di protesta davanti la sede Rai di Napoli, siglato Movimento disoccupati '7 Novembre. Laboratorio Politico Iskra Centro Culturale Handala SICobas Opg "La volontà dei manifestanti - si legge- era consegnare un documento alla Direzione della Rai e di esporre uno striscione dinanzi il cancello di Via Marconi in cui si denunciava l'assurdo comunicato dell'amministratore delegato che sosteneva l'occupazione israeliana, avallava una versione falsata dell'inizio del conflitto facendolo risalire esclusivamente al 7 Ottobre, senza menzionare le oltre 30000 morti palestinesi, di cui 70% bambini e donne e di queste 50.000 in gravidanza senza la possibilità di andare all'ospedale". "Fermiamo il genocidio: questa - affermano le associazioni- la parola d'ordine delle ultime mobilitazioni ed in vista dello sciopero 23 nazionale Febbraio e una grande manifestazione nazionale a Milano il 24 e che si svolgerà contemporaneamente in oltre 30 paesi.Cessare il fuoco in Palestina e in tutte le guerre, diventa oggi un imperativo per il movimento dei lavoratori e delle classi popolari, che vede crescere il rischio di un conflitto globale alimentati dai tanti focolai d'incendio alimentati dalla crescente oppressione e spoliazione di interi popoli. Un rischio che ci deve vedere in campo contro i blocchi militari contrapposti, contro le politiche di riarmo e il militarismo crescente.Fermare il genocidio a Gaza con i palestinesi fino alla vittoria. No al riarmo e alle spedizioni militari. Il 23 febbraio scioperiamo, mobilitiamoci, organizziamo assemblee ed iniziative varie per creare attenzione, informazione, coinvolgimento e partecipazione e partecipiamo il 24 alla grande manifestazione da Piazza Loreto a Piazza Duomo al pomeriggio con concentramento alle ore 14,30".
Le reazioni del mondo politico
"Quanto successo questa mattina davanti alla sede Rai di Napoli è grave. Le manifestazioni pacifiche non possono essere represse con l'uso della forza. Il Ministro Piantedosi chiarisca su quanto avvenuto. Dalle immagini riprese dalle principali testate del web vediamo le forze dell'ordine prendere a manganellate la folla. Una giovane donna è stata ferita alla testa. Dove siamo arrivati?". Lo dichiarano i componenti Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai.
Immagini che non avremmo voluto vedere. I violenti scontri all'esterno della sede Rai di NAPOLI sono una bruttissima pagina per la democrazia del Paese e non si fa nulla per svelenire questo clima, cercando invece un dialogo pacifico, di confronto con chi ha una posizione diversa, unica vera strada anche per risolvere il conflitto in Medio Oriente. Scegliere il metodo della forza per mettere il bavaglio a chi non è allineato è la strada che porterà al disastro totale. Fermatevi, prima che sia troppo tardi". Lo afferma il capogruppo dell'Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama, componente della commissione di Vigilanza Rai.
Luigi de Magistris, l'ex sindaco di Napoli, affida ai social la testimonianza di quanto accaduto stamattina davanti alla sede Rai di Napoli. "C'ero anche io per protestare contro l'uso politico della televisione pubblica da parte dell'amministratore delegato Roberto Sergio che schiera la radiotelevisione pubblica italiana a favore dello Stato d'Israele prendendo le distanze dal cantante Ghali che aveva osato parlare di genocidio", ha esordito l'ex sindaco. Ebbene, ha sottolineato de Magistris, "il bilancio per chi ha chiesto giustizia per il popolo palestinese, la fine dell'occupazione israeliana, il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e ai crimini di guerra dei sionisti israeliani, e' di molte manganellate, con teste aperte e molto sangue". "Tutti si devono schierare: o con gli oppressi o con gli oppressori. Io staro' sempre dalla stessa parte della storia: per la Palestina libera fino alla vittoria", ha concluso.
"Sono davvero sconcertata per quanto accaduto all'esterno della sede Rai di Napoli, dove dei giovani attivisti che manifestavano in modo pacifico sono stati brutalmente manganellati a sangue dalle Forze di polizia", ha detto in apertura di seduta in Aula la vicepresidente M5s di palazzo Madama, Mariolina Castellone. "E' preoccupante l'uso sempre piu' frequente della forza per sopprimere il dissenso e le proteste. Esprimo la mia piena solidarieta' agli attivisti che sono stati aggrediti ed in particolare alla vicepresidente del nostro Intergruppo sui diritti fondamentali della persona, Flavia Carlini. Conosco Flavia ed ammiro la sua correttezza e la tenacia con la quale da sempre difende i diritti dei piu' deboli. La sua voce non puo' e non deve essere intimorita o zittita, perche' questo Paese ha bisogno di lei e di tutti i cittadini che come lei sperano di costruire un futuro piu' giusto", ha concluso.