Nessuna illegittimità nel procedimento che nel giugno dello scorso anno portò allo scioglimento del Comune di San Giuseppe Vesuviano (Napoli) per accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata. L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto dagli ex amministratori della città campana. I giudici, premettendo come, ai fini dell'accertamento del pericolo di condizionamento, "è sufficiente che emergano elementi, anche di natura indiziaria, i quali facciano apparire verosimile l'assoggettamento ovvero il pericolo di assoggettamento dell'amministrazione comunale alle ingerenze della criminalità organizzata", hanno ritenuto che "la Commissione di indagine ha riscontrato un quadro d'insieme, tale da giustificare l'intervento statale, il tutto all'esito di un ragionamento del tutto coerente e che resiste alle censure di legittimità articolate in ricorso".
Nel caso specifico, "sono emersi elementi concreti, confermati da precisi riscontri fattuali, del tutto idonei a rappresentare la descritta situazione di disfunzione, connessa ad una soggezione a consorterie mafiose", ovvero: " la presenza di una rete di rapporti parentali, nonché di frequentazione e di cointeressenze, descritte in atti, tra gli amministratori locali ed esponenti delle locali consorterie; precedenti di polizia e pregiudizi penali nei confronti di taluni dipendenti, tra cui il responsabile del servizio urbanistico-edilizio e ambiente (per i titoli di reato descritti in atti); il coinvolgimento dello stesso ex sindaco nella rete delle relazioni sospette, imputabile al detto funzionario e ad un ex consigliere di maggioranza; una diffusa situazione di illegalità in vari settori amministrativi (in particolare quello degli appalti pubblici) e una situazione di inerzia amministrativa nel far fronte alle disfunzioni che connotavano la macchina amministrativa".
Alla fine, per i giudici "secondo un ragionamento logico ed immune da travisamenti, la relazione prefettizia ha palesato una macchina amministrativa fortemente deficitaria e verosimilmente influenzata dalla criminalità organizzata, connotata da una totale inerzia sul piano disciplinare e sul piano dei controlli".
Comune sciolto per camorra: è la terza volta
l Consiglio dei Ministri ha sciolto per camorra il comune di San Giuseppe Vesuviano nel giugno del 2022i: è la terza volta nella storia del comune, dopo gli scioglimenti del 1993 e del 2009, sempre per i medesimi motivi. E' terminato così con un anno d'anticipo il mandato di Vincenzo Catapano, eletto nel 2018 a capo di una serie di liste civiche ma da sempre considerato uomo forte della Lega di Matteo Salvini in Campania.
Dopo lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche sono arrivati anche i provvedimenti del Tribunale civile di Nola riguardanti l’ex sindaco Vincenzo Catapano e l’ex consigliere comunale Franco Santorelli, dichiarati incandidabili per 10 anni.