Fa notizia l'intesa raggiunta tra Domenico Lusciano, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, e il sindaco Giuseppe Tito che affida all'esponente di minoranza la delega alla transizione ecologica e ai rapporti con gli enti.
E' la novità in controtendenza in tempi di rotture epocali tra PD e M5S e non lascia indifferente Salvatore Mare, storico esponente dei 5 Stelle in Penisola Sorrentina dove vanta il primato di essere stato il primo consigliere grillino a sedere in un consiglio comunale, a Piano di Sorrento, dal 2017 al 2021.
Mare commenta la scelta del prof. Lusciano mettendo in risalto le contraddizioni che stanno segnando la storia del Movimento nei comuni dell'area sorrentina.
"S’era stretto un patto con i cittadini della Penisola Sorrentina, stanchi di essere sempre amministrati dai soliti politici, cui magari cambia il nome ma non il cognome, perpetrando dinastie che si ripetono dai tempi dei tempi. Infatti non si è girato per le case a chiedere voti, non si è fermato nessuno per strada e non si è promesso nulla che non fosse impegno civico e tutela dei beni comuni, in opposizione a chi comanda i nostri feudi da decenni". sottolinea Mare che passa in rassegna i casi più eclatanti dell'inversione di marcia di eletti 5 Stelle.
"A Sant'Agnello (dove dono tre i consiglieri comunali del M5S all'opposizione della maggioranza del sindaco Piergiorgio Sagristani, Ndr) l’azione si è svaporata quasi subito in atti consiliari fini a sé stessi, mai realmente seguiti fino all’iter finale. Un’azione consiliare che non ha mai appassionato giacché sempre troppo disattenti alle reali dinamiche, sia a quel che si diceva in assise, sia alle esigenze della cittadinanza: per usare un eufemismo, erano distratti".
Mare si sofferma su queste criticità di natura politica: "A conferma la maggior parte dei bilanci sono passati nel silenzio assordante rotto nemmeno da una dichiarazione di voto. Apatia e mancata comunicazione fra gli stessi portavoce e anche con gli attivisti, visto che un consigliere ha addirittura accettato autonomamente la delega alla gentilezza (Carmine Maresca subentrato al posto di Tatiana Di Maio, Ndr). E così, "gentilmente", hanno dismesso il loro naturale ruolo di opposizione dettato oltre che dalle dichiarazioni, dall’esito minoritario delle consultazioni amministrative.
A Meta Mare spiega che "...a detta degli attivisti, dove per lunghi periodi si è cercato di interloquire con il consigliere pentastellato, il riscontro è stato minimo così come la sua comunicazione. Chi non ha seguito gli streaming consiliari poco sa di quello che si è detto. Per chi ha assistito invece, la delusione per un cambio di marcia mai avvenuto e di una ferma politica di opposizione promessa in campagna elettorale ma mai realmente attuata, è stata cocente. A riprova che si aveva bene inteso l’andazzo, la conferma odierna in un articolo del settimanale Agorà della penisola sorrentina, con cui si chiedono al consigliere le motivazioni che lo hanno indotto ad accettare la delega alla transizione ecologica e quindi a passare in maggioranza".
Scatta a questo punto la reazione di Mare che rivolgendosi alla comunità esclama: "E allora vi chiedo scusa delle mie parole in campagna elettorale, ero convinto che si facessero le barricate viste le distanze politiche-ideologiche che “avevamo” rispetto l’amministrazione Tito.
Forse però non dovrei essere il solo a chiedere scusa, ma anche tutti i consiglieri del M5S che hanno tradito il patto con quella porzione di elettorato che ci vedeva quale novità, quali volti nuovi che agivano per un interesse comune, un po’ rivoluzionari che desideravano cambiare il modo di fare politica. Per quanto mi riguarda, con altri consiglieri abbiamo combattuto il potere di Giggino il magnifico (Luigi Di Maio, Ndr) da prima della sua elezione per acclamazione a capo politico, con il risultato di essere posti ai margini da coloro che solo ora gli danno del traditore; la storia si ripete, ma chi si avvede, se ne accorge sempre troppo tardi e, soprattutto, non chiede mai scusa".