De Magistris: Non abbiamo più la maggioranza numerica

Il sindaco si appella ai “moderati” per provare a salvare la sua amministrazione

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Napoli.  

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, si trova in una situazione difficile perché a conti fatti non ha più i numeri per approvare il bilancio, non ha più una maggioranza. Quel muro arancione si è andato sgretolando con il tempo con il passaggio continuo di consiglieri arancioni nelle file non dell’opposizione comunale ma nei partiti più disparati in cerca di visibilità e carriere politiche. De Magistris fa i conti dunque con la tipica aria da fine impero, quando chi ha voglia di continuare a stare sulla cresta dell’onda crea gli agganci adatti per superare anche la fine di un’esperienza politica, quella arancione a Napoli, per varie motivazioni è alla fine. 

Ora in maniera tardiva il sindaco chiede aiuto a quelle forze “moderate” che però non ha mai neanche guardato in questi anni e che poco hanno a che vedere con quella base “rivoluzionaria” e movimentata sulla quella il sindaco ha costruito il suo successo in questi anni. 

“Noi abbiamo una maggioranza politica molto forte, coesa e concentrata di 18 persone, ma non abbiamo la maggioranza numerica” con questa frase Luigi de Magistris ha segnato la fine concreta della sua esperienza con un ragionamento che mette in luce tutti i limiti di chi davanti ai numeri nega la realtà.

“Per poter governare i prossimi 6 mesi serve un quadro politico di riferimento più ampio in un momento pandemico: faccio appello alle forze moderate, responsabili, critiche, anche durissime nei nostri confronti, ma che in questi sei mesi non vogliono fare il gioco politico di qualcuno, e soprattutto consentire che la città possa andare nel caos". Prova dunque un appello all’unità che però suona stonato se detto da chi per anni ha definito quelli che oggi sono diventati “moderati”, come nemici della città, espressione dei poteri occulti e dei potentati di ogni tipo, gli stessi che, sempre senso de Magistris, avevano portato la camorra fin dentro Palazzo San Giacomo. 

"Lavoreremo affinché si possa trovare un consenso politico e amministrativo più vasto per approvare il bilancio e andare oltre - continuano l'ex Pm - è un discorso astratto e l'azzeramento di giunta non è all'ordine del giorno. Dobbiamo vedere quali sono le forze responsabili. Io sono fiducioso, molto fiducioso, e dai segnali che ho credo che si costruirà un percorso importante che metterà in minoranza chi in questo momento ha il solo obiettivo di attaccare la citta'". 

Il sindaco ha affermato di aver avviato una serie di incontri per trovare la quadra specificando di pararle “a quelli che sono opposizione dura e intransigente, ma che hanno anche la testa sul collo e vogliono continuare un dialogo che diventi momenti di responsabilità collettiva per sei mesi, non alleanza strategica". 

Ma dalle opposizioni per ora arrivano segnali tutt’altro che postivi per il sindaco. 

''L'appello del sindaco ad un governo istituzionale di fine consiliatura per scongiurare il commissariamento è certamente tardivo e discutibile soprattutto perché al termine di un'esperienza di decennali fallimenti. Nessuno potrà chiederci di votare il bilancio - hanno affermato i consiglieri di opposizione Domenico Palmieri (Napoli popolare) e Salvatore Guanci (FI) che aggiungono - Oggi il tema attiene al futuro politico di una città che non può più in alcun modo essere amministrata dalle sinistre né estreme né pseudo-moderate”.

La strada per de Magistris si fa sempre più stretta e comunque vada sarà comunque una sconfitta. Si sta chiudendo nel peggiore dei modi l’esperienza di un sindaco che era partito rivoluzionario, vicino ai centri sociali e ai movimenti più radicali cittadini e che ora prova a stirare l’occhio anche alle destre pur di salvare il salvabile.