Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, all’indomani del decreto del Tar che ha sospeso un’altra ordinanca sindacale, questa volta quella del 4 giugno che conteneva misure in favore delle attività di somministrazione di beni e servizi tra cui l'ampliamento dell'occupazione di suolo pubblico in via temporanea fino al 31 ottobre 2020, non usa mezzi termini per commentare la decisione.
“Chiedo al Governo di intervenire immediatamente - ha detto il primo cittadino partenopeo - perché non è più procrastinabile una tale situazione che rende quasi impossibile l'esercizio di un'attività già complessa in una città come Napoli che diventa improba di fronte a chi dovrebbe aiutare a sostenere l'attività amministrativa e invece mette ostacoli al raggiungimento di obiettivi che sono nell'interesse pubblico, in attuazione dei diritti costituzionali, nel rispetto assoluto del diritto alla salute e volti a creare le migliori condizioni possibili per la ripresa economica e lavorativa dei nostri territori''.
De Magistris, dopo aver letto le motivazioni della decisione del Tar, ritiene che tale provvedimento ''incide in maniera inaccettabile su prerogative istituzionali, ordinamentali e costituzionali della città di Napoli'' ed evidenzia che la decisione ''è stata presa d'urgenza senza nemmeno ascoltare l'amministrazione''.
Tra oggi e domani l'amministrazione emetterà un nuovo provvedimento ''d'urgenza perché - spiega - non possiamo consentire che a pagare siano i cittadini, gli operatori economici e che si mettano a rischio migliaia di posti di lavoro, la salute della comunità e si vadano a incrinare equilibri costituzionali''.
Il provvedimento oltre a riproporre le misure sospese dal Tar ne prevederà anche ulteriori. Nel decreto del Tar - a quanto riferito dal sindaco - si sospende anche la riapertura di parchi e luoghi cittadini che attualmente sono chiusi e che l'amministrazione aveva ordinato di riaprire per ampliare l'offerta di spazi da destinare alla comunità. ''Tale decisione - afferma il de Magistris - è irresponsabile perché può causare le condizioni di un rischio di diffusione del contagio. Non si comprendono la ragioni perché non si possano aprire questi luoghi e consentire che siano attraversati dai cittadini, di consumare bevande, di andare in bicicletta. Con questi provvedimenti noi puntiamo ad aprire ulteriori spazi e non si comprende perché contrariamente a quello che sostiene il Governo non ci vogliono consentire di utilizzarli. Si sta incidendo su nostre prerogative - conclude - che tendono a salvaguardare la salute che così viene messa irrazionalmente in pericolo ma soprattutto i nostri provvedimenti sono mirati a preservare l'ordine e la sicurezza pubblica, a far riprendere l'economia, le attività produttive, il lavoro e a impedire il contagio criminale''.