Dai libri alle pizze, de Magistris attacca ancora De Luca

Il sindaco a Domenica In contro la Regione e le ordinanze “incomprensibili”

dai libri alle pizze de magistris attacca ancora de luca
Napoli.  

A Napoli la pace istituzionale e politica, se mai c'è stata, è durata davvero poco.

Il rapporto tra il sindaco partenopeo, Luigi de Magistris, e il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, è sempre stato pessimo. Negli anni, lo scontro continuo tra Santa Lucia e Palazzo San Giacomo ha raggiunto livelli da teatrino con offese irripetibili. Se De Luca invitava gli LSU del comune a “rapire il sindaco e sputargli in faccia”, de Magistris rispondeva paragonandolo a Nicolae Ceausescu. Se il sindaco continuava a lamentarsi della Regione e soffriva la fattività del governatore, De Luca rispondeva bollando l’azione del sindaco come “pulcinellismo”. 

Ora, in questa emergenza sanitaria De Luca ha rispolverato il suo personaggio preferito, lo “sceriffo, e ha raggiunto un successo chiaro e riconosciuto dai cittadini campania, quello di contenere il contagio. Se a inizio gennaio per molti, compresi i vertici nazionali del suo Pd, il governatore campano era l’uomo del quale sbarazzarsi, ora lo “sceriffo” è invece un riferimento nazionale. Le sue dirette sono arrivate in Asia e in America e i titoli dei maggiori quotidiani nazionali lo citano un giorno si e l’altro pure. 

Davanti a questo exploit che ha cambiato gli equilibri politici ed elettorali già predeterminati in vista delle regionali, il sindaco di Napoli, sempre attento a presidiare i canali informativi, è rimasto tagliato fuori, oscurato dalla luce dello “sceriffo”. L’ex-pm era partito con un taglio rilassato davanti all’emergenza accusando altri di panico, dicendo “inutile chiudere tutto perché questa è poco più di un’influenza e se chiudiamo tutto mori più gente per suicidio che di coronavirus”. Poi ha cambiato rotta, come gran parte dei politici italiani che non potevano dall’inizio capire la gravità della situazione e ha iniziato a parlare di una guerra, accorgendosi però che il generale alla guida del suo esercito non era lui ma il nemico di sempre, il governatore. Sono settimane che de Magistris cerca lo scontro diretto con De Luca, che però non sembra non voler accettare il guanto di sfida. Ieri in diretta su Rai1, durante Domenica In, il sindaco è andato diretto all’attacco. La battaglia è sulle pizze, sull’asporto, il tentativo è quello di cavalcare il malcontento di imprenditori famosi come Gino Sorbillo. Il pizzaiolo napoletano, che mai ha consegnato a domicilio, ha minacciato ieri il licenziamento di svariati dipendenti e si è scagliato contro l’ordinanza restrittiva della Regione. 

De Magistris, da buon "rivoluzionario”, aveva già fiutato la possibilità di cavalcare l’onda e si è lanciato, in diretta nella case degli italiani, all’attacco di De Luca. “Trovo assurdo che non si debba consentire il cibo d’asporto. Siamo l’unica regione che lo vieta. C’è l’ordinanza della Regione che io non condivido per nulla. Lanciamo un appello affinché non sia prorogata, è davvero illogica e incomprensibile”. 

Sono parole dure che si sommano all’iniziativa del Comune “Libri a casa”, che vede l’ente partenopeo impegnato nella consegna dei libri venduti dalle libri direttamente a casa dei cittadini, partita proprio mentre De Luca vietava la riapertura dei librai anche a Napoli. 

Che sia la pizza o un libro lo scontro resta acceso, anche se De Luca non risponde agli attacchi, consapevole di essere in una situazione di enorme vantaggio rispetto al nemico istituzionale di sempre. In queste settimane di emergenza il governatore ha ricostruito un rapporto diretto con i cittadini e ora non ha alcun interesse di rimettersi nello scontro quotidiano con il sindaco. De Luca è invece concentrato cinicamente a massimizzare il risultato di questo successo, provando a votare entro luglio il che significherebbe consegnargli un vantaggio elettorale enorme che lo renderebbe anche libero dai soliti noti portatori di voti.

Certo tra pizze, libri e elezioni a non capirci un granché sono i napoletani che anche in un momento tanto difficile e drammatico vedono consumarsi l’ennesimo scontro istituzionale tra Palazzo San Giacomo e Santa lucia, uno scontro che in sostanza indebolisce solo la città.