Sergio Costa, il ministro dell’Ambiente ma soprattutto il nome che negli ambienti politici si fa come quello che potrebbe convincere i grilli a fare un’alleanza anche in Campania con il Partito Democratico, oggi è arrivato a Napoli per un incontro alla Federico II.
Certo, dopo l’assemblea di ieri che ha visto gli attivisti del Movimento 5 Stelle, la base, schierarsi in maniera netta contro ogni possibilità di accordo con i democratici campani, la visita del ministro assume un significato e un valore tutto politico.
Sul rapporto con il Partito Democratico e con il centrosinistra Costa afferma che “vengono chiamate alleanze ma magari sono pezzi di vita da percorre insieme. L'elemento - spiega il ministro - è passare da essere "contro il sistema" a "per un nuovo sistema", portando i valori originali dentro un sistema che si vuole costruire".
Parole che rendono chiara la voglia di continuare su un percorso di condivisione nel campo del centrosinistra nel tentativo di rendere strutturale anche sui territori un’alleanza che altrimenti sembra esclusivamente di palazzo.
Sulla questione regionali in campani il ministro nicchia affermando che “le questioni strettamente politiche vengono decise dal Movimento 5 Stelle, io le osservo soltanto. Anche perché – sottolinea Costa - le cose che mi riguardano sono tante, ci sono leggi da portare avanti, compresa la legge Terra Mia, su cui sono preso. Sono risposte che voglio dare al cittadino".
Sull’assemblea del Ramada che ieri sembra aver chiuso ogni opzione di alleanza larga con le altre forze che sostengono il governo nazionale il ministro dell’Ambiente ha affermato che “il Movimento fa il suo percorso ed è giusto che si pronunci, perché così deve essere. Il Movimento nasce dal senso della partecipazione dal basso e questo va salutato sempre con grande entusiasmo. È bella la partecipazione che c’è stata e ognuno ha avuto il tempo di proporre la propria idea. Mi interessa che ci sia il dibattito: la partecipazione è il percorso più bello da vedere”.
Certo ora dopo le belle parole sull’importanza dell’opinione della base, c’è da studiare su come far camminare insieme una dirigenza nazionale convinta di continuare con accordi larghi e una base in rivolta che non ha alcuna intenzione di stringere patti e alleanze con chi ha sempre vissuto non come avversario politico ma come vero e proprio nemico, come Vincenzo De Luca.