Emerge un quadro inquietante dalle indagini che i finanzieri di Nola hanno condotto sul giro di mazzette. Un’inchiesta che ha portato in carcere il sindaco di Sant’Ananstasia, Raffaele Abete, il segretario comunale, Egizio Lombardi, e un consigliere del comune vesuviano, Pasquale Iorio. I tre avvalendosi delle competenze tecniche di un imprenditore, legale rappresentante di una cooperativa, avrebbero infatti alterato, per via informatica, i risultati delle prove dei concorsi pubblici in cambio di mazzette che variavano tra 30mila e 50mila euro.
Secondo gli inquirenti venivano alterati i punteggi ai titoli esibiti dai partecipanti e anticipato ai concorrenti “paganti” il materiale relativo alle prove.
Il candidato, dunque, prima di ogni prova versava ai funzionari pubblici una rata della mazzetta che poteva arrivare fino a 50mila euro in base al tipo di concorso e soprattutto in base al tipo di posto messo a bando. Le variazioni di “prezzo” includevano anche la tipologia di contratto che avrebbe ricevuto il “vincitore” del concorso. Ad esempio il prezzo cresceva se era un posto a tempo indeterminato rispetto ad uno a tempo determinato.
I versamenti avvenivano in tre tranche, prima della prova preselettiva, prima della prova scritta e, infine, prima della prova orale.
Il sistema era ben organizzato, secondo gli inquirenti infatti, il sindaco di Sant’Anastasia, Raffaele Abete, reclutava i candidati che avrebbero dovuto vincere il concorso truccato.
Il consigliere comunale, Pasquale Iorio, si occupava di ritirare le mazzette alle scadenze prestabilite e attraverso il titolare dell’agenzia alla quale veniva affidata l’organizzazione del concorso, il segretario comunale Egizio Lombardi e il presidente delle Commissioni esaminatrici si procedeva invece alla manipolazione dei punteggi.
La Guardia di Finanza parla di un "un mercimonio della funzione pubblica”. Per ora sono finiti in carcere il sindaco Raffaele Abete, il segretario generale dello stesso Comune, un consigliere comunale e un imprenditore. Divieto di dimora, invece, per una candidata risultata vincitrice di un concorso e per il marito.
I finanzieri hanno iniziato ad indagare sulla vicenda da febbraio scorso e oggi hanno posto sotto sequestro la società a cui veniva affidata l’organizzazione dei concorsi pubblici.
Ai sei indagati vengono contestati, a vario titolo, l'associazione per delinquere e la corruzione, finalizzati a favorire illecitamente il superamento di concorsi pubblici.