Processo a Casapound, per la Corte non sono sovversivi

Il pm aveva chiesto 34 condanne. Verdetto emesso con la formula “perché il fatto non sussiste”

Tutti assolti dalle accuse di associazione sovversiva e banda armata

Napoli.  

L'inchiesta partì in seguito a violenti scontri tra gruppi di estrema destra e di antagonisti, a Napoli. Per il Pm Maresca erano sussistenti le ipotesi di associazione sovversiva e banda armata perché il gruppo era ispirato da "un'ideologia che cerca lo scontro e si propone di affermare violentemente i propri ideali". Su questi due reati, nella fase delle indagini, si sono registrate decisioni contrastanti: la tesi della Procura è stata accolta dal gip Francesco Cananzi, ma è stata bocciata dal tribunale del Riesame. Poi è stata riconsiderata dalla Cassazione, che aveva ritenuto i fatti al centro dell'inchiesta espressione "di una strategia ideologicamente orientata alla sovversione del fondamento democratico del sistema". Ora la Corte di Assise boccia questa tesi e mette la parola fine. 

La Corte di Assise di Napoli ha assolto tutti gli imputati, in totale 34, del processo nei confronti dei militanti del movimento neofascista CasaPound e di altre sigle come Blocco studentesco e H.M.O. Il verdetto è stato emesso con la formula “perché il fatto non sussiste”. Dunque si  escludono le accuse di associazione sovversiva e banda armata nei confronti di Enrico Tarantino, Giuseppe Savuto ed Emmanuela Florino (figlia dell'ex senatore di An Michele) e Andrea Coppola. 

Il pm Catello Maresca chiuse con 34 richieste di condanna la requisitoria. Accolte le tesi degli avvocati Marcella Angiulli, Giovanni Belleré, Guido Di Maio, Riccardo Cafaro, Carmine Ippolito, Elena Lepre, Sergio Rastrelli, Mauro Tornincasa. Unica pena detentiva sono i tre anni di reclusione inflitti a Enrico Tarantino, a fronte degli otto chiesti dal pubblico ministero, per la detenzione di bottiglie molotov che sarebbero state lanciate all’indirizzo della sede del centro sociale insurgencia nel 2010. Le pene più severe furono proposte per quattro persone, ritenute i capi e organizzatori. Il pm  chiese anche pene alternative rispetto all'ipotesi d'accusa secondaria di associazione per delinquere "semplice".