Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris sulla vertenza Whirlpool ha affermato di aver “chiesto e attendo con fiducia un incontro con il presidente del Consiglio al quale vorrei rappresentare l'inaccettabilità di questo esito che si sta per consumare. Vorrei che il presidente del Consiglio apprendesse, anche direttamente da questo incontro - ha sottolineato il primo cittadino partenopeo - che questa è una vertenza della città. È la città che trova inaccettabile e intollerabile che oltre 400 persone possono andare a casa in questo modo - ha aggiunto - C'è bisogno di vederci, per comprendere quale è la strategia del Governo. Il Governo ha firmato un accordo che la Whirlpool che non vuole rispettare - ha evidenziato - Il Governo che fa, ne prende atto e continua la sua vita normale come se nulla fosse? Noi vorremmo in quel tavolo trovare delle soluzioni per consentire a queste persone e continuare a vivere lavorando. Abbiamo delle idee però vorremmo capire quali sono le idee del Governo perché finora il ministro Patuanelli che ho incontrato non ha altro da dire ne può fare niente, quindi ha passato la palla al presidente del Consiglio che ci fa sapere che l'incontro è andato male. Noi, però, vorremmo che questa vertenza non cadesse nella disperazione più assoluta diventando una questione di ordine pubblico - ha evidenziato - Noi come città faremo anche delle iniziative importanti. Non lasceremo soli questi lavoratori - ha concluso - ma dobbiamo trovare una strada per dare un futuro sereno di lavoro a queste persone che in questi mesi hanno sofferto veramente le pene dell'inferno".
Ma l’ex pm affronta frontalmente il governo anche sulla manovra economica. “Non abbiamo avuto documenti in questa fase importante della manovra - ha sottolineato il Sindaco - Non ci sono buone novelle per i comuni. Non mi sembra che sia una manovra espansiva da questo punto di vista. Sono abituato, da sempre, nella vita, valutare ciò che si legge. Comprendo che il Governo doveva portare a casa una manovra difficile, con un via libera sulla flessibilità da Bruxelles. Dovevano portare a casa il risultato politico del mancato aumento dell'Iva, ma mi pare di capire che non ci sono le condizioni per dare fiato al Paese, per consentire più investimenti, per evitare la sofferenza dei comuni, tutelare i diritti dei cittadini. Non è una manovra di svolta, non è il Governo della svolta. È in linea, da quello che mi pare di capire, con quanto abbiamo visto in questi anni. Poi loro dicono 'salvo intese' e noi dobbiamo capire, non perché non capiamo, ma perché non abbiamo ancora letto i documenti, se ci sono degli aspetti migliorativi saremo i primi a darne atto. Se c'è ancora spazio per intervenire noi faremo la nostra parte, perché io ho fiducia nella cooperazione istituzionale con questo Governo, che non si mostra insensibile. Ma da quello che leggo non c'è la svolta quindi non possiamo parlare di una manovra espansiva che possa creare le condizioni per uno sviluppo a partire dei territori. Quello che noi ci aspettavamo, insomma, non c'è".