La prima di Italia Viva a Napoli

La nuova creatura di Matteo Renzi prende forma anche in Campania

Napoli.  

La nuova creatura di Matteo Renzi inizia a prendere forma anche in Campania. In un salone dell’università telematica Pegaso gremito, con affaccio su piazza Trieste e Trento a Napoli, si sono ritrovati i 30 comitati di Italia Viva di tutta la regione. Tra i soliti noti e i renziani di ferro, in sala si vede anche qualche sorpresa, ma pochi giovani e pochissime facce nuove.

C’è in prima fila Gennaro Migliore, il deputato scelto da Renzi  per scrivere il manifesto del nuovo partito. Ci sono alcune figure della borghesia culturale partenopea, da Paolo Macry a Biagio De Giovanni. Folta la pattuglia dei giachettiani: ci sono i coordinatori della mozione congressuale del deputato romano di tutte le province, Lello russo, Antonio Bassolino e Sabatina D’Avanzo. Soprattutto, ci sono amministratori locali di tutta la Campania, tra i quali Pannullo, ex sindaco di Castellammare, Beniamino Palmieri, il sindaco di Montemarano,  Gaeta, vicesindaco di Aiello del Sabato, Caiazzo, assessore di Villaliterno.

Tanti sono anche i riferimenti locali del Pd che sono pronti ad approdare nelle nuova creatura renziana.

Ad aprire il dibattito sono i comitati e i rappresentanti locali, che ripetono i mantra del leader fiorentino: il nostro non è un partito è una casa, diarchia tra uomo e donna, futuro, il jobs act e le riforme del governo Renzi sono da difendere non da cancellare. 

Poi prende la parola Aniello Borrelli, novantenne partigiano, che si lancia in una disamina storica della sinistra. “A 90 anni non avrei mai pensato di dar vita ad una nuova formazione politica” dice energico l’anziano partigiano napoletano. 

A riscaldare la platea è però il filosofo napoletano Biagio De Giovanni.

“Italia Viva è viva", ammonisce De Giiovanni, "se combatte alcune derive di questi tempi e anche di questo governo. Domani si vota il taglio dei parlamentari che per come è nato e per come è proposta è una cosa sbagliata. Perché questo taglio non nasce da una riforma costituzionale profonda ma domani si vota sulla base di quello che il nostro ministro degli Esteri ha continuato a ripetere che finalmente i poltronisti vanno a casa. Se si continua a vedere il parlamento così si fa un danno alla democrazia. Quando dietro una decisione c’è il disprezzo della democrazia rappresentativa allora diventa pericoloso votare”.

Poi arrivano i momenti per dare voce alle vertenze campane. Sale sul palco Italia, lavoratrice Whirlpool, che si commuove parlando dei suoi figli. Le parole di Italia sono dure e aprono un momento reale in una sala che sembra un po’ rinchiusa in un mondo che ha come unico centro Renzi.

“Sono l’esempio di un Sud che sta morendo. Mentre gli altri litigano per le poltrone noi stiamo perdendo il lavoro - dice Italia - Viviamo un incubo che non trova soluzioni. Con una semplice X rossa la Whirlpool ha provato a cancellare non solo la nostra storia ma il futuro dei nostri figli, i sogni dei nostri figli.”

Voce poi ai navigator campani, alla faccia di Vincenzo De Luca e della sua convinta opposizione a questa vicenda. 

Gli interventi si susseguono tra nuovi, vecchi e vecchissimi volti della comunità democratica regionale. 

Una presentazione, quella di Italia Viva, che a tratti sembrava artificiale, con le figurine messe in mostra per far vedere che c’è forza, potenza e forse anche realtà in questa nuova creatura renziana.