Alleati a Roma, ma in Campania "Mai con De Luca"

Il freno di Di Maio: "Sui territori restiamo alternativa". Movimento diviso. Ciarambino isolata

Il Governatore pronto a giocarsi la carta della sanità: sì all'assunzione dei navigator in cambio della firma per uscire dal commissariamento.

Napoli.  

Il freno è arrivato subito dopo il voto su Rousseau. Direttamente dal capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio. Ridimensionato da Grillo e dalle divisioni interne, ma deciso a non cedere terreno al Partito Democratico, il giovane leader di Pomigliano chiarisce: “l'alleanza al Governo con i Dem non significa automaticamente allearsi con il Pd sui territori. Il nostro statuto non è attrezzato. Abbiamo sempre visto la candidatura 5 stelle alternativa alle altre forze, le nuove regole ci permettono di fare coalizioni solo con liste civiche".

Ed ecco il punto. Le elezioni del 2020 alla Regione Campania. Se c'è una cosa che in questo momento ancora accomuna i Cinque Stelle è la netta opposizione al Governatore uscente. “Mai con De Luca”, sembra il nuovo mantra che da qualche settimana va imponendosi nelle fila del Movimento in Campania. L'’opposizione a De Luca, giurano i 5stelle, non finirà con il nascere del governo giallorosso. Ma le ricadute, da una parte e dall'altra, saranno inevitabili.

Le elezioni politiche anticipate avrebbero blindato De Luca e compattato l’intero schieramento di sinistra, che qui è quello di governo. Il varo del governo giallorosso cambia invece le prospettive e in qualche modo, paradossalmente, le rovescia. De Luca si conferma un caso a parte. Per lui non ci sono reti protettive nazionali.

Da Palazzo Santa Lucia nemmeno una parola su quello che accade a Roma in queste ore. De Luca si era espresso a Ravenna sul palco della Festa dell'Unità chiedendo un'operazione verità ai Cinque Stelle, operazione verità che ovviamente non è arrivata e non arriverà. Ieri pomeriggio il governatore ha visto la sua squadra per una riunione di giunta. Dalla sua bocca nemmeno un commento, una battuta. Ma l’alleanza di governo resta un tema con cui De Luca dovrà fare per forza i conti. A partire dalla questione dei navigator vincitori di concorso, quelli che la Regione Campania, unica in Italia, si rifiuta di assumere. 

I Navigator. Dalla segreteria nazionale è cominciato il pressing, il Governatore che fino ad oggi si è rifiutato di firmare la convenzione con l'Anpal, probabilmente sarà costretto a cedere. La capogruppo dei grillini in regione, Valeria Ciarambino, fedelissima di Luigi Di Maio, ieri è tornata all'attacco: «Ora basta, i Navigator non possono più aspettare. Abbiamo 471 ragazzi che hanno superato un concorso pubblico e che attendono solo la firma di De Luca per essere assunti e impiegati presso i centri per l’impiego regionali”.

A questo punto non è escluso che De Luca firmi quella convenzione. Sarebbe clamoroso bloccare la misura bandiera dei Cinque Stelle proprio in Campania dopo l'accordo di Governo, ma potrebbe essere l'occasione propizia per il governatore per chiudere la partita della sanità. Il braccio di ferro tra De Luca e grillini del resto si è sempre consumato su questo terreno, ottenere il via libera da Roma sulla definitiva uscita dal commissariamento significherebbe per De Luca una vittoria di portata enorme, anche in chiave elettorale.

De Luca è pronto a giocare le sue carte deciso a vincere la partita del 2020. Con De Magistris fuori dai giochi (per ora, anche se il sindaco ha mostrato segnali di avvicinamento al Pd che non depongono bene per il governatore) e i grillini alleati a Roma, costretti ad una opposizione “annacquata”, De Luca cammina spedito verso il suo obiettivo. Salvo sorprese dal suo stesso partito. Non è escluso infatti che alla fine sia la segreteria di Zingaretti a chiedere a De Luca un passo indietro, ma c'è da scommettere che lo sceriffo sia già pronto ad affrontare anche questa eventualità, non tanto remota visti gli ultimi sviluppi. Tant'è che da mesi il governatore sta preparando il piano B con diverse liste civiche pronte a sostenere la sua ricandidatura nella malaugurata ipotesi di uno stop dal Nazareno.

Nel Movimento Cinque Stelle intanto si fanno sentire i contraccolpi della nuova alleanza giallo rossa. Il successo netto di Rousseau per il sì al governo Conte segna soprattutto un punto per tutti gli “avversari” interni di Di Maio, che a Napoli e in campania sono in netta maggioranza.

Il presidente della Camera Roberto Fico, dopo giorni di silenzio, è tra i primi a commentare il risultato: «Oggi il Movimento 5 Stelle ha deciso di non arrendersi e di continuare il lavoro parlamentare per la realizzazione del proprio programma». Il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra si rifà al «sogno indicato dal fondatore e garante del Movimento».

C’era insofferenza negli ultimi giorni, non solo tra i parlamentari campani, per la decisione di Luigi Di Maio di volersi imporre a tutti i costi come vicepremier. Valeria Ciarambino lo aveva detto esplicitamente. Ma tutto il resto del gruppo voleva l’accordo e la Ciarambino è stata in qualche modo isolata. Su 52 parlamentari campani di Camera e Senato almeno in 30 avevano detto o fatto comprendere di essere favorevoli alla nascita del governo giallorosso.

Nella notte è cominciata la prima resa dei conti sui ministri M5S tra conferme e riequilibri interni. Tra parlamentari e sottosegretari campani è iniziato il toto-nomine nel governo Conte 2. Prenota la riconferma da sottosegretario Andrea Cioffi, fiero sostenitore del sì al voto su Rousseau.

Incerta la posizione di Carlo Sibilia, fino a ieri sottosegretario di Matteo Salvini al Viminale, che in questi giorni si è speso molto per il suo capo politico Luigi Di Maio chiedendo che resti in un ruolo centrale di governo. il napoletano Salvatore Micillo e il salernitano Angelo Tofalo probabilmente non saranno riconfermati per fare posto alle quote Pd (non è escluso un ruolo per il figlio del Governatore, Piero De Luca).

I “fichiani” di Napoli si aspettano sicuramente un cambio di passo. Il primo a dichiararsi soddisfatto per la vittoria dei Si è stato Luigi Gallo che alla vigilia del voto sulla piattaforma si era schierato nettamente a favore dell'alleanza con i dem. Ma anche Gallo, interrogato sulle ricadute in Campania risponde: «Il Pd regionale o locale è molto diverso. Con De Luca, quindi, non cambia nulla: sta bloccando i Navigator, ha fallito su rifiuti e sanità, e, come abbiamo fatto sinora, continueremo a fare opposizione dura e senza sconti».