Anche a Napoli il sit-in di solidarietà per Carola Rackete

#FreeCarola, un centinaio hanno risposto alla chiamata di Legambiente e sono scesi in piazza

Napoli.  

Largo Berlinguer è diventato un luogo di confronto spontaneo per i napoletani. Questo piccolo slargo ingolfato dalla solita folla di turisti, lavoratori, professionisti e persone che fanno shopping, sembra essersi trasformato nel centro di una continua chiamata alle battaglie di una sinistra che arranca. 

Il sit-in che si è tenuto oggi, lanciato da Legambiente Campania, si ricollega ad una manifestazione nazionale che ha visto raduni, presidi e manifestazione in molte città italiane, per esprimere solidarietà a Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3, arrestata dopo aver deciso di forzare il blocco navale per entrare nel porto di Lampedusa e far sbarcare i 40 migranti che aveva salvato nel Mediterraneo.

Le associazioni che hanno aderito sono tantissime, dai i sindacati a Libera, dalle associazioni cittadine ai Giovani Democratici, dagli autonomi al mondo cattolico e a quello della sinistra cittadina.

Nella piazzetta intitolata a Enrico Berlinguer si concentra una piccola folla, non più di un centinaio di persone. Sullo striscione di Legambiente si legge “Per un’Europa senza barriere”, mentre dietro ad un ironico “Siamo tutti sbruffoncelli” si fa vedere il segretario della Uil Campania Giovanni Sgambati, mentre al fianco della presidente campana di Legambiente Mariateresa Imparato, c’è il segretario della Cgil Campania Nicola Ricci. 

Sui cartelli dei manifestanti si leggono i problemi che secondo loro dovrebbero essere al centro delle preoccupazioni della politica, uno su tutti: “La vera emergenza? I cambiamenti climatici”, ma anche semplicemente il motivo per il quale questo pezzo di Paese scende in piazza “Salvare vite non è reato”, “Io sto con Carola”, “Siamo tutti clandestini”. 

Una manifestazione che, nonostante i numeri esigui, dimostra non solo l’esistenza ma anche la vivacità di una parte di opinione pubblica che non si piega al messaggio dilagante contro l’immigrazione e le ong. Certo, se si pensa al numero di associazioni che hanno aderito alla chiamata di Legambiente e si contano i partecipanti i conti non tornano, ci sono quasi più sigle che persone, il che dimostra che, pur se vivace, questa parte di Paese è una minoranza e il senso comune, che mai come in questi giorni ha preso le sembianze del becero tifo da stadio, sembra molto più vicino a Matteo Salvini che a Carola Rackete.

Fatto sta che mentre la fiaccola delle universiadi arriva a Napoli, in un città che resta concentrata su altro, questo sit-in, nel quale si sono mischiate la questione migratoria a quella del lavoro, dalla Whirlpool a tutte le crisi industriali che stanno colpendo la regione, rappresenta un momento di riflessione e di partecipazione spontanea della città.