Doveva essere una semplice apposizione di una targa in memoria di Matilde Serao e invece si è trasformata nell’occasione, per un gruppo di cittadini di manifestare la propria frustrazione per le condizioni di degrado della città.
La targa posta all’interno della Galleria Umberto I al civico 27, palazzo che un tempo ha ospitato la redazione de “Il Giorno”, giornale fondato dalla scrittrice e giornalista, è un omaggio a una donna che su Napoli ha scritto con un acume, una vivacità e una forza che non ha eguali nella storia.
Il libro che lega la figura di Serao alla città partenopea è "Il Ventre di Napoli", nel quale la scrittrice porta alla luce una città povera, fatta dai suoi quartieri straripanti non solo di uomini e donne ma soprattutto di sofferenza. Una ventre che il governo Depretis annunciava di voler sventrare.
L’analisi e la denuncia del degrado è così forte da rimanere nell’immaginario collettivo non solo della città. Oggi, proprio in una galleria nella quale tra babygang, homeless, microcriminalità e lavori di restauro fatti in maniera approssimativa, le sue parole, purtroppo, sono ancora attuali e in molti casi il degrado è lo stesso e ha le stesse cause politiche e sociali di quando Serao scriveva.
Le sue analisi sono così vive che oggi mentre da una parte l’amministrazione comunale la ricordava con una targa, dall’altra i cittadini esasperati protestavano in silenzio alzando cartelli che riportavano citazione della Serao che sembrerebbero scritte oggi.
Alessandra Clemente, assessore alla toponomastica, che sta portando avanti un lavoro di intitolazione di strade e targhe intenso, con la fascia tricolore ha fatto le veci di Luigi de Magistris che invece era assente. Alla piccola manifestazione sono intervenuti in tanti. La promotrice il direttore del quotidiano online Lucilla Parlato, Ottavio Lucarelli presidente dell’Ordine degli Giornalisti della Campania, gli studenti dell’Istituto Comprensivo Tito Lucrezio Caro - Berlingieri di Secondigliano.
Le parole toccanti del pronipote Paolo Scarfoglio, che ha voluto leggere due lettere intime e private della giornalista con le quali rimproverava per essersi tagliata i capelli, hanno mostrato un volto diverso di Matilde Serao, un volto familiare, un immagine di una donna che nonostante l’impegno lavorativo, culturale e sociale era sempre attenta agli affetti umani.
Alla fine della celebrazione alcuni manifestanti, guidati dall’ex-consigliere comunale Gennaro Esposito, si sono intrattenuti davanti al civico 27 per leggere le parole della Serao e per denunciare lo stato di degrado della città.
Alessandra Clemente ha invece incontrato e discusso con alcuni dei cittadini che hanno manifestato con i cartelli.
Oggi le parole di Matilde Serao sono ancora vive e attuali in una città che ha un ventre ancora oggi straripante di sofferenze e povertà. L’indolenza e l’apatia della politica e della società nei confronti di questo degrado è lo stesso che lei ha descritto e condannato con la forza della sua scrittura. Napoli è la stessa di allora con gli stessi problemi e gli stessi freni. Oggi però quel ventre cittadino si è allargato, si è esteso, è straripato inondando quelle periferie che sono nate col tempo e che rappresentano i luoghi dove le solitudini, le paure e le sofferenze restano anche lontane dai clamori e dalle condanne.