La vittoria di Zingaretti mette de Magistris in un angolo

Con Zingaretti segretario PD non c'è più spazio a sinistra e de Magistris pensa alle regionali.

Napoli.  

Mentre il Sindaco Luigi de Magistris afferma con chiarezza di non essere più in corsa per un seggio a Bruxelles e ritorna a dire con nettezza che amministrare Napoli è il suo primo obiettivo, anche in città le primarie del Partito Democratico hanno sconvolto e non poco il quadro politico

Innanzitutto se de Magistris in questi anni ha potuto svolgere il ruolo del sindaco rivoluzionario è stato perché la sinistra storica, che nella città partenopea ha sempre avuto menti, volti e numeri importanti che le hanno garantito di governare per decenni, ha abdicato alla sua funzione, ritirandosi alla meglio negli appartamenti borghesi dei quartieri bene. 
La vittoria schiacciante di Zingaretti in città alle primarie di domenica ha aperto una frattura con il recente passato e ha riallacciato i fili di una storia lunga del riformismo che a Napoli ha visto esponenti di primo piano che hanno segnato le fasi politiche nazionali in maniera profonda. 

Storicamente la sinistra napoletana ha sempre avuto i tratti forti e intransigenti dei suoi leader carismatici. Napoli è la città di Bordiga, il luogo scelto da Bakunin per allevare la sua prole, la città natale di Enrico Malatesta. Negli ultimi anni però la convinzione che la città fosse un peso per le dinamiche provinciali e regionali si è consolidata a tal punto dal ridurre il Partito Democratico cittadino alla marginalità. Un Partito Democratico debole e sfibrato è la garanzia per De Luca di continuare ad essere il deus ex machina che comanda da Santa Lucia e per i notabili della provincia di giocarsi la carta del consenso come arma per scalare posizioni istituzionali e di partito. 
Due elezioni amministrative nate nelle polemiche sulle primarie e che hanno visto il Pd rimanere fuori dal secondo turno. Intere stagioni politiche senza esprimere leader né locali, né, tantomeno nazionali. E il renzismo che in città sembrava aver raccolto i volti meno spendibili e più rottamabili ed è durato il tempo di incassare sconfitte storiche e di lasciare i dem napoletani quasi senza rappresentanza nelle istituzioni.  Sono non solo i sintomi di una crisi ma gli effetti di una ritirata che la sinistra cittadina ha intrapreso negli anni del dopo Bassolino. 
Mentre quindi la sinistra smetteva di essere sinistra, ad occupare quello spazio ci ha pensato il leader arancione che in questi anni è passato da Di Pietro a Che Guevara senza battere ciglio. 
Oggi, dopo le elezioni in Sardegna e la vittoria di Zingaretti alle primarie, lo spazio a sinistra si è ristretto e chi pensava di avere praterie da conquistare si è ritrovato ristretto nel giardinetto di casa. 

In questa fase, senza spazi e senza consenso de Magistris torna a concentrarsi sulla sua città, in attesa della sfida regionale. Il sindaco della rivoluzione mai compiuta è convinto che lo spazio a sinistra di De Luca non solo esista ma possa essere ancora più ampio e accogliente tra un anno, quando i cittadini dovranno scegliere chi dovrà governare la Campania.