Le liste, dopo tante tribolazioni, ci sono. Manca il partito. Ma questo è un dettaglio. Intanto, in attese di idee vere sul futuro dei democratici e di come andrà timonato il centrosinistra, ecco chi si schiera con chi.
Mano ai numeri. La regione è stata divisa in tredici collegi e queste sono tutte le liste.
Saranno 569 i seggi allestiti in Campania per le primarie del Pd, con circa 2.000 volontari, tra presidenti e scrutatori, impegnati a garantire il regolare svolgimento delle procedure. Gli elettori riceveranno due schede e dovranno scegliere il candidato segretario nazionale e quello regionale, ai quali sono collegate le liste per la composizione delle due assemblee. Il voto dei circoli ha visto un successo ampio di Maurizio Martina (51,04%), davanti a Zingaretti (35,95%) e Giachetti (7,1%).
Un dato in controtendenza rispetto al trend nazionale, con i sostenitori del governatore del Lazio che chiedono massima trasparenza per domenica e contestano la dislocazione dei seggi, in particolare le 16 sezioni elettorali di Salerno citta', feudo di Vincenzo De Luca. Senza esporsi direttamente, il presidente della Regione sostiene Martina, il quale auspica che la Campania possa contribuire ad accorciare il gap emerso a livello nazionale con Zingaretti dopo le convenzioni, visto che e' la quinta regione per numero di componenti dell'assemblea indicati (75).
Il totale dei seggi e' in linea con quello delle ultime primarie del 2017 (552), ma colpisce la sproporzione rispetto a Napoli (34), che ha una popolazione di dieci volte superiore rispetto a Salerno. In quell'occasione, il netto successo di Renzi fu suggellato da 160mila votanti. Per eguagliare quel buon risultato di partecipazione, sara' necessario portare ai seggi oltre 135mila non iscritti, oltre ai 22.940 che hanno votato alle convenzioni (affluenza del 44,9%).
Una sfida impegnativa, tenendo conto del forte calo delle tessere, delle polemiche e delle inchieste giudiziarie che negli anni hanno accompagnato le primarie in Campania, dal voto dei cinesi nel 2011 ai 2 euro offerti davanti ai seggi nel 2016 per la scelta del candidato al Comune di Napoli. Per il congresso regionale le mozioni nazionali si intrecciano con gli equilibri locali. Una parte dei sostenitori di Zingaretti non appoggia la candidata ufficiale, Armida Filippelli, a vantaggio del sindaco di Poggiomarino, Leo Annunziata, martiniano e sostenuto da De Luca, che ha stravinto le convenzioni con il 60%.
L'altro candidato, l'ex sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, che ha Martina come referente nazionale, gode dell'appoggio di una parte dei richettiani campani, che in questo modo prendono le distanze da De Luca. Schieramenti che nascono dalla sfida per la leadership del partito, ma che guardano gia' alla ricandidatura nel 2020 del presidente della Regione, che cerca una prova di forza.