Corte dei Conti, la rabbia del sindaco: un attacco alla città

De Magistris pronto a chiedere aiuto a Gentiloni: c'è stato un errore, ma non ci sarà dissesto

Napoli.  

Il pressing su Gentiloni è già partito. De Magistris non ha nessuna intenzione di mollare: "Farò di tutto con il premier perché risolvi almeno il problema del blocco della cassa per poi affrontare il tema del debito che attiene al Parlamento e al Governo. Chiederò a tutti i deputati neo eletti, e in particolare a quelli campani e napoletani, di fare in modo che si ponga fine a questa ingiustizia". Napoli vuole evitare il crac finanziario dopo il verdetto della Corte dei Conti che ha mandato su tutte le furie il sindaco. E il giorno dopo la rabbia non è stata ancora smaltita. “Considero la decisione delle Sezioni Riunite della Corte di Conti un errore – nota il primo cittadino di Napoli - , è giuridicamente infondata e produce una profonda ingiustizia sociale che ricade sulla nostra città ma posso rassicurare tutti che Napoli non andrà in dissesto". La Corte ha ritenuto che il Comune abbia sforato il Patto di stabilità nel 2016 non avendo inserito nel bilancio i 100 milioni che rappresentano il debito con il Cr8 risalente al commissariamento post terremoto del 1981. Nella notte a Palazzo San Giacomo si è svolta una lunga riunione a cui accanto al sindaco e ai vertici politici hanno partecipato anche i vertici amministrativi sui cui volti - ha detto de Magistris - ho visto indignazione, rabbia e la consapevolezza che il Comune ha fatto il massimo. Noi non ci fermeremo fino a quando non avremo vinto la partita del debito e se qualcuno ha dubbi sulla nostra capacità di lotta e resistenza se ne accorgerà".

“E' un attacco alla città che rischia di minare gli equilibri istituzionali del Paese. Ora parte la grande mobilitazione politica e metteremo in campo ogni azione istituzionale, amministrativa e giuridica per contrastare questa enorme ingiustizia". Secondo de Magistris "non ci si rende conto che per un cavillo formale si mettono a rischio le politiche sociali della città, la qualità dei servizi, la necessità di garantire diritti ai cittadini. Non solo dobbiamo pagare un debito che non ci appartiene - ha aggiunto - ma dobbiamo pagare anche la sanzione. Qualcuno forse - ha concluso - ha pensato così di darci la spallata finale. Forse qualcuno ci vuole far pagare perché abbiamo rotto il sistema, per la nostra trasparenza e perché siamo arrivati troppo in alto senza soldi e superando numerosi ostacoli".

pi.mel.