Fin dall'inizio di questa imbarazzante vicenda dei candidati fantasma è stato chiaro che il ruolo di Gennaro Mola, ex assessore della giunta Iervolino e compagno della deputata pd Valeria Valente, fosse decisivo. Dopo l'interrogatorio di Salvatore Madonna, consigliere pd autosospeso primo indagato per aver autenticato le firme dei finti candidati, i magistrati hanno deciso di sentire Mola, stavolta non in qualità di teste ma di indagato con l’accusa di concorso in violazione delle norme elettorali. L' invito a comparire è stato notificato dalla Guardia di Finanza.
Madonna aveva riferito ai giudici di avere ricevuto proprio da Mola il fascio di fogli per l’accettazione delle candidature e di avere proceduto senza accertarsi, fidandosi semplicemente di quanto gli veniva detto. Martedì mattina il compagno della Valente si presenterà dal pm accompagnato dal suo difensore. In base alle sue dichiarazioni l’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, potrebbe subire una svolta. In ogni caso il numero delle persone indagate non si fermerà a due: saranno iscritti tutti quelli che hanno autenticato le firme, poiché è emerso che anche i candidati consenzienti non hanno firmato alla presenza dei pubblici ufficiali, come prevede la legge.
C’è poi il giallo dei dati anagrafici: chi li ha procurati? Si cerca di comprendere da quale banca dati siano state prelevate le generalità degli delle persone ignare inserite nelle liste. Anche su questo fronte nei prossimi giorni, potrebbero arrivare ulteriori avvisi di garanzia. L’istruttoria prosegue velocemente, pm e polizia giudiziaria hanno già in agenda un elenco di persone da sentire. Tra queste anche quelle delle altre liste civiche presentate a Napoli prima delle amministrative del 2016.
