Sul piano nazionale di ripresa e resilienza si sta dicendo di tutto, si ostenta un ampio raggio d’azione, si millanta un grande lavoro tecnico amministrativo per progettualità e cantierabilità, e poi, ciliegina sulla torta, l’allarme Pnrr a rischio perché la pubblica amministrazione è sotto organico.
Ovviamente è pleonastico parlare di controsenso, diciamo che qui il fattore della convenienza politica ha preso il sopravvento sulle intenzioni originarie del recovery fund poi divenuto Piano nazionale individuale. “Sul Pnrr è in atto una propaganda che definirei la classica frittata all’italiana - ha commentato l’economista Gianni Lepre - quella nella quale si sa chi ha rotto le uova, ma non si sa ancora chi le deve sbattere”.
Il noto economista che tra le altre cose è presidente della commissione reti e distretti produttivi di Odcec Napoli ha poi continuato:
“Una volta ce la prendevamo con la burocrazia per la lentezza e la farraginosità dell’azione amministrativa, ma sul Pnrr, la questione è molto più profonda, e riguarda la convenienza politica di misure e liquidità per realizzarle. La fondazione per Il Sud che fa un lavoro straordinario, ha lanciato l’allarme di una pubblica amministrazione sotto organico, per cui il Pnrr individuato localmente diventa difficile da applicare se le varie amministrazioni non procedono ad assunzioni mirate a rendere operative le commissioni di sviluppo e attuazione dei programmi”.
Lepre ha poi sottolineato: “In queste condizioni è praticamente tutto il Mezzogiorno. Se consideriamo uno degli ultimi studi della Banca d’Italia vediamo che il personale dei Comuni italiani si è ridotto del 27% fra il 2007 e il 2020, con una dinamica decisamente peggiore al Sud che nel resto del paese.
I dati poi mostrano più elevati tempi di realizzazione degli investimenti pubblici nei comuni del Mezzogiorno, circostanza legata alla carenza di personale qualificato”.
Ma il problema è molto più complesso di così, e l’economista Lepre scende nei dettagli territoriali:
“Se prendiamo in considerazione il piano di ripresa e resilienza per la regione Campania e per la città di Napoli ci accorgiamo non solo del ritardo nella lavorazione delle misure, ma anche e soprattutto della confusione sulle reali esigenze.
Napoli e la Campania soffrono innanzitutto due gap secolari con il resto del Paese: trasporti e infrastrutture.
Conosciamo tutti la situazione drammatica nella quale versa Napoli sul piano della mobilità, e conosciamo altrettanto bene la disastrosa questione infrastrutture per l’intera regione dove in alcune aree non arriva nemmeno internet, e li dove la copertura giunge è quella di 20 anni fa. Allora vista la situazione sarebbe il caso di concentrare le misure cantierabili a risolvere prima le emergenze e poi tutto il resto che è in leggenda nel piano nazionale stesso”.
Lepre ha poi concluso: “Qui non stiamo discutendo di storici assiomi o di teoremi matematici irrisolvibili, qui parliamo di piccoli e grandi problemi quotidiani che famiglie e imprese non meritano di dover affrontare nel 2023. Oggigiorno, come sottolineato spesso, la convenienza politica di rado incontra le esigenze del popolo sovrano, quando questo succedeva, l’Italia era un grande Paese”