Sulla crisi energetica e sugli effetti che ne derivano sul sistema delle imprese Lorenzo Zurino, presidente del Forum Italiano dell'Export, ha inteso richiamare l'attenzione della premier in pectore Giorgia Meloni e dei neo presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, affinchè dal perdurare di questa emergenza non ne derivino pesanti conseguenze all'export italiano.
“Come da me già previsto. la crisi energetica sta ponendo un freno alla corsa dell’export che nei primi sette mesi del 2022 ha segnato un incremento del 21% - spiega Zurino - Ciò che deve davvero preoccupare sono i risultati attesi per il 2023, che vedrà una vera e propria battuta d’arresto del settore: Confindustria stima che all’inizio del prossimo anno l’export frenerà bruscamente, passando da una crescita in doppia cifra ad un misero +1,8%. Grandi nomi italiani sono voltati a Bruxelles per chiedere un tetto al prezzo del gas e scongiurare nuove proposte legislative punitive verso l’agricoltura che rischiano di delocalizzare la produzione".
Il Presidente del Forum, nativo di Piano di Sorrento in Penisola Sorrentina e oggi ai vertici della più prestigiosa organizzazione di commercio internazionale e sottolinea come l'intera filiera produttiva nazionale sia impegnata a conseguire un concreto risultato sul fronte del ridimensionamento dei costi energetici: "Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, il vicepresidente di Filiera Italia, Enzo Gesmundo e il consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia hanno incontrato la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, il vice presidente esecutivo della Commissione europea, Frans Timmermans e il commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski - sottolinea Zurino - Tuttavia a Bruxelles non sembra che il price cap sia la soluzione da imporre, poiché rifiutata dallo stesso Putin: l’Europa, con le sue risorse e scorte di gas non ha i numeri per affrontare il gelo dell’inverno e sedersi al tavolo delle trattative con i fornitori. Sostengo che ci sia bisogno di un intervento strutturale per arginare l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime ancor prima che esse impattino in modo irreversibile sulle imprese.
Ritengo fondamentale la riproposizione del Ministero del Commercio Estero...È necessario, a mio avviso, avere nuovamente la dignità Ministeriale in seno ad una verticale che oggi vale un terzo del nostro Prodotto Interno Lordo. Lavorare alla ricerca di nuovi rapporti commerciali e potenziare gli esistenti mi auguro sia parte rilevante del prossimo Governo”.