No all'accorpamento dei siti di Giugliano e Fusaro e no al trasferimento della realtà produttiva, tra le più floride e importanti della Campania, in altre regioni. Questa la richiesta dei lavoratori della Leonardo Spa che stamane hanno manifestato in corteo lungo le strade del capoluogo terminando la protesta davanti al palazzo della Regione Campania dove si svolgerà il 19 aprile la riunione dei capigruppo regionali alla presenza dei vertici della Leonardo S.p.a. che hanno manifestato la disponibilità a un confronto sul piano industriale in Campania.
Lo sciopero di oggi segue altre azioni di protesta messe in piedi nelle scorse settimane contro la paventata chiusura del sito di Giugliano annunciata dal CEO Alessandro Profumo il 9 marzo scorso, nell'ottica di un piano di ottimizzazione complesso nella Divisione Elettronica.Secondo l'AD verrà messo in atto il piano di ottimizzazione dei siti della Divisione Elettronica, già annunciato a cavallo tra la fine del 2020 e inizio 2021, con le ricadute più rilevanti per gli stabilimenti del Lazio e della Campania, con accorpamenti di siti e di impatti dal punto di vista occupazionale di incremento degli organici per le aeree geografiche interessate.
Le organizzazioni sindacali non ci stanno e ritengono non accettabile la chiusura del sito, mai come in questo momento storico:
“Quella dei lavoratori di Giugliano è una battaglia per il territorio – spiega Rosario Rappa segretario della Fiom Cgil Napoli – La Leonardo, da quando è iniziata la guerra in Ucraina, ha aumentato il fatturato del 15 per cento e lo stabilimento di Giugliano è pieno di commesse per i prossimi mesi. Ma accorpare gli stabilimenti con l'obiettivo di portare fuori dalla campania siti storici e significativi per l'economia, non ci sta bene. Per questo è necessario l'intervento delle istituzioni per bloccare questo scippo che riguarda le future generazioni”.
“Un'eccellenza come la Leonardo non può andare fuori dalla Campania. Questo rappresenterebbe un danno non solo per la futura tenuta occupazionale, ma la deindustrializzazione impoverisce l'intero territorio” ha aggiunto il segretario regionale della Cgil Nicola Ricci.