Nell’aula Pessina dell’Università degli Studi di Napoli Federico II si è tenuta la prima tappa del roadshow dedicato al Progetto REMIAM “Rete Musei Intelligenti ad Avanzata Multimedialità” promosso da DataBenc, il Distretto Ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali.
L’evento, intitolato “Industria culturale e creativa 4.0. Il digitale a servizio della cultura, della tradizione e dell’arte” e in diretta sulla pagina Facebook di REMIAM, è stato introdotto dal responsabile scientifico del progetto Angelo Chianese, e ha visto la partecipazione del rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Matteo Lorito, dell’assessore alle attività produttive della Regione Campania Antonio Marchiello, del Direttore ICAR CNR Giuseppe De Pietro, del presidente nazionale del gruppo Piccoli Editori Diego Guida, del direttore del Centro di Produzione RAI di Napoli Antonio Parlati, del docente di Storia dell’Arte Contemporanea UNINA Isabella Valente, del docente di Sociologia dei Processi culturali e Comunicativi UNINA Lello Savonardo, e del delegato del presidente della Regione Campania alla digitalizzazione e ICT Mario Casillo.
Partito con l’intenzione di applicare le sue ricerche al settore museale, il progetto REMIAM si è focalizzato sulla realizzazione di prodotti e servizi per qualsiasi spazio espositivo: dall’introduzione della sensoristica IoT per il monitoraggio dei luoghi e il conteggio dei flussi turistici alla produzione filmica interattiva, dalla realtà aumentata a quella virtuale, dalla fruizione tramite web a quella mediante smartphone o tablet durante la visita nel museo, dall’editoria classica a quella aumentata, dai Tour a 360° agli ologrammi interattivi sviluppati in 4K come quello della Sirena Digitale installato negli spazi del Museo Archeologico di Napoli (MANN).
Il Rettore Lorito ha sottolineato che “l’Ateneo di Napoli ha attivato numerose collaborazioni con gli enti e organizzazioni territoriali per valorizzare il patrimonio artistico e culturale della città”. “Le tecnologie digitali – ha proseguito - consentono di rendere il patrimonio culturale disponibile a un pubblico più ampio possibile, generando un notevole impatto sociale”.
L’assessore alle Attività Produttive della Regione Campania Antonio Marchiello ha evidenziato le opportunità economiche e formative legate al progetto: “Questo progetto dà una spinta anche produttiva, oltre che culturale, al nostro territorio, perché va a intersecarsi con l’artigianato artistico e di qualità”. Marchiello sottolinea anche “l’aspetto didattico, perché consente di avvicinarsi ai giovani attraverso gli strumenti digitali, per far comprendere loro che il vero tesoro della regione da valorizzare è la storia e la cultura”.
Il responsabile scientifico del progetto Angelo Chianese parla delle nuove opportunità per l’industria culturale e creativa: “Databenc ha sempre creduto, fin dalla sua nascita, nel potenziale dell’industria culturale e creativa come volano di sviluppo per la Campania e per tutto il Paese, come il numero di visitatori dei musei di Napoli e campani conferma. Nuove opportunità possono aprirsi con interventi ancora più mirati da parte dei governi regionali, nazionali e dell’UE, per dare speranza ai giovani che hanno scelto percorsi di studi umanistici di avere in futuro un ruolo in questo settore, che si regge su studio, ricerca e produzione di contenuti. La storia dimostra che i contenuti restano e la tecnologia consente di comunicarli”.
Il direttore ICAR CNR Giuseppe De Pietro e il docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi UNINA Lello Savonardo hanno parlato di “Sirena Digitale”, installazione visbile al MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli: “la sirena è un ologramma che canta canzoni tradizionali napoletane in varie lingue e prevede diverse modalità di fruizione attraverso tecnologie digitali, che consentono di interagire con voce e gesti. È frutto della collaborazione tra CNR, UNINA, Istituto di Belle Arti e RAI. È disponibile anche in versione app per smartphone, visualizzabile con una piramide per ologrammi. Valorizzare la canzone napoletana vuol dire valorizzare anche Napoli, nella figura mitologica della sirena Partenope”. Il direttore del Centro di Produzione RAI di Napoli Antonio Parlati ha evidenziato il contributo dell’azienda: “quando si parla di innovazione è importante avvicinarsi con spirito propositivo. Abbiamo messo in campo la parte tecnica e le professionalità del Centro di Produzione”.
Diego Guida ha sottolineato l’importanza di coniugare le nuove tecnologie con l’editoria cartacea: “il libro cartaceo resta il più efficace vettore di conoscenza e idee, deve trovare nuove forme di diffusione e acquisire capacità di evolversi con le altre tecnologie per raggiungere un pubblico sempre più ampio”.
Il docente di Storia dell’Arte Contemporanea UNINA Isabella Valente spiega come le Digital Humanities sono alla base dei prodotti del futuro: “si convive in un sistema integrato di discipline umanistiche e sistemi tecnologici innovativi, che crescono insieme con nuove metodologie. Il progetto ha creato eventi e spazi in un mondo digitale parallelo ma non meno reale del nostro. Alla base delle Digital Humanities, un grande opportunità per il mondo umanistico, vi sono la conoscenza della ricerca scientifica e la divulgazione attraverso processi digitali, la combinazione per ottenere il prodotto del futuro”.
Il delegato del presidente della Regione Campania alla digitalizzazione e ICT Mario Casillo auspica investimenti in cultura con il Recovery Fund dell’UE: “l’occasione migliore per innescare il motore dello sviluppo e del cambiamento utilizzando le risorse del Recovery Fund è mettere insieme digitale e Beni culturali, per ottenere un mix vincente. Viviamo un momento storico importantissimo, abbiamo una spinta dal basso per la digitalizzazione, grandi competenze culturali, grande volontà della politica di investire nel settore. Occorre fare sinergia, rompere il muro tra mondo scientifico e culturale. Come Regione crediamo in questo obiettivo e investiamo risorse e tempo”.