Fase-2, Confapi jr: troppo potere discrezionale alle banche

Il presidente del Gruppo Giovani: serve semplificare, per ora Governo bocciato

fase 2 confapi jr troppo potere discrezionale alle banche

Centinaia di milioni di euro incagliati per le pmi in Campania che attendono di essere liquidati da mesi...

 «Finora abbiamo assistito solo a provvedimenti su carta, attualmente un giudizio sull’efficacia delle misure del Governo per la fase-2 non è possibile esprimerlo anche se ci sono dei punti deboli assai evidenti come: la lentezza (vedi ad esempio la questione Cig ben nota a tutti); l'eccessivo potere discrezionale al sistema creditizio; e la mancata pianificazione della fase-3, quella della ricostruzione, probabilmente la più importante per il futuro del nostro paese». Lo ha detto il presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli, Massimo Di Santis.

«Se e quando arriveranno i fondi, questi serviranno solo al rilancio delle Pmi e alla ristrutturazione del mercato – ha aggiunto –. Sta passando una pericolosa linea di pensiero che vuole che i fondi statali siano utilizzati dagli imprenditori per onorare le scadenze fiscali prossime venture. Il che sarebbe un paradosso perché i fondi – che in realtà sono prestiti garantiti dallo Stato e non finanziamenti diretti – devono andare a rafforzare le attività d'impresa per una possibile fase di sviluppo. Le scadenze fiscali devono essere onorate in condizioni di normalità di mercato, non nel bel mezzo di una pandemia mondiale che sta ora iniziando ad allentare la morsa, almeno nel nostro Paese. Altrimenti, ci troveremmo di fronte a una partita di giro: lo Stato garantisce con la mano destra fondi che si riprende, al netto degli interessi da pagare, con la mano sinistra sottoforma di tasse».

Il presidente Confapi jr ha inoltre chiesto agli Enti locali lo «sblocco dei pagamenti della PA, a cominciare dalla Regione Campania. Ci sono centinaia di milioni di euro incagliati per le pmi nella nostra regione che attendono di essere liquidati da mesi, se non anni» e di evitare «il populismo contro le imprese che sono creatrici di occupazione e di benessere».

«Ci sono interi settori, come il turismo congressuale e quello balneare e ricettivo o, ancora, quello l'intrattenimento – ha proseguito – che rischiano di veder azzerati, nel giro dei prossimi mesi, i fatturati faticosamente conquistati negli ultimi anni. Settori a cui non bastano prestiti garantiti dallo Stato per ripartire ma che hanno bisogno di una riprogrammazione anzitutto politica del loro comparto. Il turismo non si sviluppa solo per la bellezza dei luoghi o per il loro valore storico-archeologico, ma si valorizza coi servizi, con l'organizzazione. I corridoi turistici che alcune nazioni europee starebbero iniziando a valutare di fatto taglierebbero dal mercato internazionale l'Italia e la Campania, in particolare, con un danno economico incalcolabile per imprese e famiglie».

Di Santis ha espresso perplessità anche sulla questione delle scadenze fiscali «perché non si tratta di una sospensione, ma di un differimento – peraltro di pochi mesi – che porterà al risultato di mettere ulteriormente in crisi un sistema produttivo e commerciale uscito debilitato dal lockdown al loro ripristino. Sarebbe stato meglio, per Pmi e professionisti, immaginare un annullamento delle scadenze fiscali per un arco temporale congruo per recuperare le quote di mercato perse durante e per la pandemia.. Le pmi sono in grado creare un circuito virtuoso di lavoro, valore aggiunto e ricchezza per sé e per il sistema. L'imprenditore compie la sua impresa in ogni attimo della sua esistenza per passione, intraprendenza e non ultimo propensione al rischio.

Noi imprenditori giovani e meno giovani abbiamo già raccolto la sfida: siamo in campo! Faccia altrettanto la politica semplifichi le regole del gioco, avvii una drastica sburocratizzazione. Non è facile, è noto. Ma non è più solo importante, oggi è vitale per tenere in piedi sistema produttivo».