Nola, un'altra estate con la villa chiusa

La dura nota di Legambiente

Nola.  

«Nulla si muove sul fronte villa comunale, oltre un anno dopo l’irregolare abbattimento di tre lecci, che aveva portato la Procura della Repubblica a disporre il sequestro dei 24 alberi su cui si era concentrata la perizia commissionata nel 2014 dalla ditta incaricata della manutenzione del verde comunale». Inizia così la nota stampa di Legambiente Nola che chiede all'Amministrazione Biancardi di riaprire il polmone verde cittadino. Riferendosi all'ordinanza di chiusura della villa, da sempre contestati, gli attivisti di Legambiente parlano di «tentativo miseramente fallito, visto che anche secondo i consulenti incaricati dalla Procura il Cipresso Montezuma è salvo e può essere messo in sicurezza». «Non è possibile abbattere un albero di così straordinario valore - prosegue la nota - Un esemplare unico che, con i suoi circa 180 anni di età, è divenuto il simbolo della nostra villa. Restiamo in attesa, intanto, di conoscere il piano richiesto all’amministrazione comunale e su come essa intende attuare le numerose prescrizioni a cui è obbligata: un piano che, nonostante ripetuti annunci e conferenze stampa, non riesce a vedere la luce. Eppure un’altra stagione estiva sta passando senza che i cittadini possano utilizzare il loro giardino pubblico, senza che famiglie, anziani e bambini possano beneficiare della frescura naturale. È necessario, perciò, accertare le enormi responsabilità di un’amministrazione comunale completamente inerte e allo sbando, che non presta alcuna attenzione nella tutela dell’interesse collettivo e del verde pubblico. Il deterioramento dello straordinario patrimonio arboreo della villa comunale nell'ultimo decennio è responsabilità di amministratori e dirigenti ben individuabili: la comunità cittadina va risarcita per il danno prodotto».