A Vico Equense la famiglia Dell'Amura dice no alla De.Co per la pizza a metro

E' polemica tra i titolari dell'Università della Pizza a Metro e l'amministrazione comunale

a vico equense la famiglia dell amura dice no alla de co per la pizza a metro

Secondo i detentori del marchio "pizza a metro" la denominazione ad uso generalizzato non tiene conto della storia, della ricetta e della fattura della pizza che si consuma nel loro ristorante

Vico Equense.  

E' polemica, forte, tra i Della Mura titolari della storica Università della Pizza a Metro e l'Amministrazione Comunale del sindaco Giuseppe Aiello in merito alla denominazione comunale, De.Co., conferita dall'apposita commissione comunale alla pizza a metro, eccellenza equense nota in tutto il mondo e legata, indubbiamente, al suo inventore nel 1959, Luigi Dell'Amura, e a chi è titolare del marchio pizza a metro.

Una ricetta su cui è stata costruita la storia forse più nota e importante della pizza in costiera nel ristorante che ne porta il nome. La De.Co. definisce la "pizza a metro" prodotto tipico di Vico Equense, ma secondo i Dell'Amura non è possibile assimilare sotto l'etichetta di pizza a metro qualunque pizza prodotta a Vico, ma soltanto quella che si serve sulle tavole del loro ristorante che ha una sua ricetta ben definita e custodita gelosamente dalla famiglia.

I Dell'Amura: non è il formato rettangolare della pizza da tutelare, ma la sua ricetta e la sua fattura

Chiunque può confezionare la pizza a metraggio, è il ragionamento dei Dell'Amura, ma fregiarsi della denominazione che appartiene a loro diventerebbe un vero e proprio abuso e snaturerebbe l'originalità del prodotto.
La presa di posizione di Dell'Amura ha provocato non poco sconcerto nell'Amministrazione comunale che qualche giorno fa ha tenuto la confertenza stampa di presentazione della De.Co. pizza a metro con un evento svoltosi alle Axidie per la presentazione del logo "Vico al metro" cui hanno partecipato anche l'Assessore regionale al turismo Felice Casucci e quello all'agricoltura Nicola Caputo.
A questo punto il colpo di scena con la netta poresa di posizione dei Dell'Amura titolari del marchio registrato "pizza a metro" che dicono no a una denominazione che di fatto riconoscerebbe a qualunque pizza di formato rettangolare la denominazione "a metro" che invece risponde a requisiti tecnici di prodotto e fattura peculiari dell'Università della Pizza.

Il comunicato del sindaco Giuseppe Aiello: noi comunque andiamo avanti

Oggi il comunicato del primo cittadino Giuseppe Aiello che non si aspettava una presa di posizione così decisa e che di fatto pregiudica il significato stesso della De.Co., iniziativa pensata per valorizzare prodotti e realtà territoriali che non riescono a fregiarsi dei marchi universalmente riconsciuti di Igp, Doc, Docg e Dop per cui trovano nella De.Co. una specie di legittimazione utile sul piano del marketing e della commercializzazione.

"Era il 3 marzo quando con il Tgr Campania annunciavamo la presentazione della De.Co. e ieri alla presenza degli assessori regionali Nicola Caputo e Felice Casucci, e del vicesindaco della Città Metropolitana Giuseppe Cirillo e del vicepresidente Anci Campania Luigi Carbone abbiamo mantenuto l'impegno e ufficializzato la prima Denominazione Comunale nel nome di una nostra eccellenza, la “Pizza di Vico a metro” - spiega il sindaco -  La Denominazione Comunale di Origine (De.Co.) è un'attestazione che può essere attribuita da un Comune per riconoscere, promuovere e tutelare i prodotti agroalimentari e artigianali, locali e particolarmente caratteristici del proprio territorio. Scegliemmo per annunciare il progetto il ristorante Pizza a metro perché siamo legati alla storia di un prodotto che grazie all'intuizione del fondatore Luigi Dell'Amura è diventato un’eccellenza simbolo di condivisione e convivialità conosciuto in tutto il mondo. Infatti, ricordo che nella diretta del Tgr all'interno della attività fu realizzata una meravigliosa pizza di due metri.

Il fine di questa iniziativa è molto semplice: basti pensare a tutti i prodotti nati nella nostra terra che nel corso degli ultimi decenni la nostra Città si è vista sottrarre e che di fatto sono diventati cavalli di battaglia di altre località. Ieri ci siamo schierati al fianco dei nostri imprenditori per tutelare questo prodotto e abbiamo raccolto l'entusiasmo di tante pizzerie, dell'associazione Pizza a Vico rappresentata da Michele Cuomo. Hanno tutti colto l'importanza del progetto e continuano con la loro passione a portare avanti la nostra identità. Prossimamente lo faremo per altre eccellenze vicane.
Noi andiamo avanti nell'interesse della nostra Città e ringrazio la Commissione che a titolo gratuito ha lavorato a questo progetto, certi che le reazioni impulsive lette in questi giorni e i cambiamenti di opinioni, seppur legittimi, lasceranno il passo alla ragionevolezza. Lasciamo che il senso di comunità prevalga sulla logica del singolo che per troppi anni non ha prodotto i risultati che una terra baciata come la nostra avrebbe potuto conseguire".

Sono legittime le rivendicazioni dei Dell'Amura: il rischio è quello di svilire col nome anche la qualità

A volerla dire tutta le buone intenzioni dell'Amministrazione-Aiello per promozionare la città e delle sue peculiarità non possono prescindere dalle legittime rivendicazioni della famiglia Dell'Amura cui si deve l'intuizione della pizza a metro che, di fatto, viene assimilata in una definizione generalista in termini di percezione collettiva mentre si tratta di una peculiarità gastronomica che non si esaurisce nel solo formato del prodotto al punto da autorizzarne un uso generalizzato da parte di qualunque pizzeria e ristorante.

Il problema per cui la De.Co. non è mai veramente decollata in Italia è in gran parte dovuto proprio alla mancanza di quei requisiti stringenti e certificati che valgono per l'attribuzione delle denominazioni protette per cui il suo uso, per di più competente agli enti locali, rischia di trasformarsi in abuso al di là delle buone intenzioni e con implicazioni di natura squisitamente commerciali.