Unione della Penisola Sorrentina, l'appello di Rosario Fiorentino ai sindaci

Il responsabile del sindacato Cub della Campania invita le amministrazioni a un confronto

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Al momento solo il comune di Sant'Agnello ha approvato lo statuto dell'istituenda Unione dei Comuni. Fiorentino: è necessario un passaggio che coinvolga i cittadini e le rappresentanze sociali, economiche, sindacali e culturali del territorio.

Sorrento.  

La nascita dell'Unione dei Comuni della Penisola Sorrentina, all'indomani dell'approvazione dello statuto da parte del consiglio comunale di Sant'Agnello e l'impegno degli altri sindaci dei cinque comuni di fare altrettanto nel corso delle prossime settimane, sembra procedere nell'indifferenza generale delle forze politiche, sociali, economiche, sindacali e culturali del territorio, nonostante la rilevanza dell'iniziativa e le concrete implicazioni che ne deriveranno nel governo del territorio.

A far sentire la voce della comunità è Rosario Fiorentino, un passato da amministratore comunale a Sorrento e sindacalista del CUB della Campania, che rivolge un invito ai Comuni della Penisola Sorrentina: "Abbiamo chiesto con una specifica nota un incontro  per poter esprimere il  nostro punto di vista sullo Statuto dell’Unione dei Comuni. Un testo importante, che deve essere sottoposto ai cittadini prima di approdare nei Consigli Comunali per l’approvazione" spiega Fiorentino che si fa interprete di una legittima aspettativa delle forze sociali dell'area inspiegabilmente escluse da un preliminare confronto su un tema così importante e delicato per le implicazioni che ne conseguono sul piano delle funzioni che i comuni delegano al nuovo ente.

"Una scelta così importante e senza dubbio qualificante per il governo condiviso del territorio non può essere prerogativsa esclusiva dei sei sindaci con i consigli comunali chiamati a ratificare lo statuto - sottolinea Fiorentino - Proprio in virtù delle competenze cui rinunciano i Comuni delegandole a un ente intermedio, cioè non eletto dai cittadini, è indispensabile un confronto pubblico preliminare affinchè ci sia la massima condivisione della scelta e di tutto quanto diventerà patrimonio dell'Unione sottratto quindi alle competenze comunali. Trascurare questo passaggio significa mortificare la volontà popolare che, a prescindere da qualunque altra considerazione, ha il diritto di essere sollecitata e consultata, fosse solo per riceverne suggerimenti attraverso le rappresentanze sociali, associative, sindacali, imprenditoriali del territorio. Per questo auspico che i sindaci e le amministrazioni della Penisola abbiano la sensibilità politica, prima di procedere ulteriormente, di promuovere incontri pubblici sull'istituenda Unione intercomunale".