Torre Annunziata: riprende il processo sull'Housing Sociale di Sant'Agnello

Nuova udienza nel procedimento penale sul complesso edilizio realizzato dall'ing. Antonio Elefante

torre annunziata riprende il processo sull housing sociale di sant agnello

Oltre al progettista sono imputati i vertici dell'amministrazione comunale, ex amministratori e tecnici dell'ente ed esterni che hanno avuto un ruolo nell'operazione che la Cassazione ha giudicato completamente abusiva

Sant'Agnello.  

Riparte oggi al Tribunale di Torre Annunziata il processo sull'Housing Sociale per il quale sono imputati il progettista e realizzatore dell'opera Antonio Elefante, i tecnici Massimiliano Zurlo, Franco Ambrosio, Raffaele Palomba e Pietro Iaccarino, Danilo Esposito, Francesco Gargiulo, il sindaco Piergiorgio Sagristani, gli assessori Attilio Massa, Maria De Martino e Giuseppe Gargiulo e gli ex assessori Clara Accardi, Pasquale Esposito e Antonino Castellano.

Insediato il nuovo collegio giudicante dopo la rinuncia di due membri per incompatibilità

Intanto si è dovuto procedere alla ricostituzione del collegio giudicante in quanto due giudici si erano dichiarati incompatibili per avere conoscenza con alcuni degli imputati. E' stato quindi ricostituito e risulta composto dal presidete Maria Camodeca e da giudici Enrico Contieri e Gabriella Ambrosino.
La vicenda che ha riempito le cronache giudiziarie in questi anni è ben nota: il complesso residenziale realizzato in via M. Bonaventura da Elefante con la formula dell'housing sociale risulta praticamente abusivo com'è stato sancito già da diverse sentenze che sono entrate nel merito della delicata questione urbanistica evidenziandone l'assoluta illeicità. Di diverso parere, ovviamente, gli imputati che rivendicano la legittimità del proprio operato, anche se le motivazioni con cui la Cassazione ha respinto l'ultimo appello dell'ing. Elefante avverso il provvedimento di sequestro dell'immobile, non lasciano dubbi: il "piano casa" in virtù del quale è stata autorizzata la realizzazione dell'opera non è applicabile nell'housing di Elefante "non essendoci cessione di immobili, ma solo vendita di alloggi nè cessioni di aree".

Per la Cassazione l'intero complesso residenziale è abusivo e non può essere dissequestrato

Secondo la Cassazione gli appartamenti non possono essere dissequastrati e di questi allo stato 37 sono occupati dai nuclei familiari degli acquirenti che hanno avuto la possibilità di entrare nelle case nel breve lasso di tempo in cui il Tribunale del Riesame aveva concesso il dissequestro dell'opera. Una situazione che si è immediatamente presentati molto critica per la mancanza di soluzioni di alloggio alternative per queste famiglie che oggi abitano nelle case sulla cui testa pende la spada di damocle di doverle abbandonare  dopo averle anche pagate, a conclusione del processo il cui esito, stando a quanto finora emerso, apparirebbe scontato. D'intesa tra Prefetto, Tribunale e Amministrazione comunale si è deciso di rinviare ogni prvvedimento alla conclusione del processo penale.

Solo 37 acquirenti hanno occupato la casa, gli altri attendono l'esito del giudizio

Gli altri acquirenti degli immobili hanno preferito rinunciare ad occupare le case acquistate e attendono l'esito del giudizio, mentre due di essi hanno presentato istanza di costituzione di parte civile chiamando direttamente in causa l'Amministrazione comunale che si ritrova nella duplice veste di chi sarebbe stato leso dall'operazione e nello stesso tempo ne avrebbe consentito la realizzazione.
Una situazione paradossale che allunga molte ombre sul futuro dell'Amministrazione perché il Comune potrebbe essere chiamato a risarcire gli acquirenti dei danni subiti. In questo caso si tratterebbe di cifre a sei zeri in grado di mettere in ginocchio l'ente e di riversarsi anche sugli amministratori in caso di condanna.

Le incognite su chi sarà il successore di Sagristani derivano anche dal processo in corso

Una vicenda che non potrà non avere un riflesso sull'imminente campagna elettorale per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale previsti in primavera. Ad esclusione del sindaco Sagristani, che è fuori dai giochi nel senso di non potersi ricandidare avendo concluso il secondo quinquennio di mandato, i maggiori aspiranti alla sua successione si ritrovano tutti imputati nel processo e per loro un'eventuale condanna in primo grado ne determinerebbe la decadenza in virtù della legge Severino, tanto più ritrovandosi in conflitto con l'ente stesso.

Quindi una brutta gatta da pelare che sta condizionando la scelta del candidato sindaco della maggioranza uscente per cui crescono le quatazioni di una figura esterna all'attuale compagine amministrativa per non pregiudicare la futura amministrazione anche in considerazione della consistente mole di lavori e di progetti avviati e da avviarsi che Sagristani lascia in eredità a chi gli succederà.