Arrivano le "contravvezioni" del Comune per chi si rende responsabile di abbattimenti non autorizzati di alberi, tanto più, come sostiene il WWF, quando gli alberi periscono a causa di potature selvagge che li danneggiano irrimediabilmente. Spiega infatti l'Associazione del Panda che “...ci sono tanti modi per uccidere una pianta: uno di questi è potarla male. Non sappiamo con quale competenza e finalità abbia operato chi ha effettuato tagli violenti e irrazionali agli esemplari arborei, quel che è certo sono i danni palesi che hanno portato le piante alla morte”.
E’ accaduto a Piano di Sorrento, ma accade anche in tanti altri posti, con la differenza che la città di Piano si è dotata di un "Regolamento comunale per la tutela del patrimonio arboreo" che disciplina la materia nell’ambito del territorio comunale. Analogo regolamento, redatto in collaborazione col WWF, vige da anni nel comune di Sant’Agnello, mentre in quello di Sorrento c’è un regolamento promosso nel 1994, sempre dal WWF, ma che non prevede tuttavia sanzioni.
E’ stata il WWF Terre del Tirreno, da sempre sensibile all’importanza degli alberi in città, ad inoltrare le accorate segnalazioni pervenute dai cittadini alla Polizia Locale e al Responsabile dell’U.T.C. chiedendo un intervento per accertare fatti e responsabilità. Si tratta di esemplari arborei che vegetano in proprietà private e che, per dimensioni ed età, sono visibili dall’esterno e fanno parte a pieno titolo del paesaggio e della geografia dei luoghi.
E’ il caso, ad esempio, del Cedro (Cedrus sp.) appartenente alla famiglia delle Pinaceae, posto di fronte ai giardini pubblici in via delle Rose, di un altro collocato sul Corso Italia subito dopo il confine con Meta, dello storico Pino domestico (Pinus pinea) che vegetava in un giardino del Parco dei Platani, scempiato da un improvvisato potatore a fine 2020 e morto inesorabilmente o del grosso Eucalipto in via Gennaro Maresca.
Claudio d'Esposito: "La capitozzatura si condannano a morte gli alberi"
“E’ risaputo che la potatura drastica danneggia gli alberi - spiega Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno - eppure sono ancora in tanti a credere che tali interventi possano dare un qualche vantaggio. Non è così: con la capitozzatura si condannano le piante ad ammalarsi o morire e si aumentano i costi di gestione, oltre a creare i presupposti per futuri crolli e pericoli. Le operazioni immotivate di “capitozzatura” comportano una amputazione della struttura arborea tale da danneggiare irrimediabilmente la stessa vitalità della pianta. Possiamo definire la capitozzatura come una tecnica di potatura che consiste nell’accorciare in modo importante e indiscriminato le branche principali e nell’abbassare il fusto. In questo modo gli alberi si possono ritrovare senza chioma o senza gran parte di essa e senza la propria forma architettonica naturale. Tecnicamente il capitozzo si intende qualsiasi taglio internodale che ha come risultato lo sviluppo di nuovi rami da gemme avventizie, dormienti o da punti merismatici interni.
In qualsiasi modo la definiamo, studi scientifici hanno dimostrato che la capitozzatura genera gravi danni alle piante. Anche se i risultati si possono vedere dopo diversi anni (nei casi in questione sono bastati appena pochi mesi!) un intervento di potatura non passa mai indenne.
In tutte le piante, radici, fusti e rami sono parti imprescindibili, costituite essenzialmente da tessuti di sostegno, di riserva e di trasporto. Qualsiasi evento che danneggi una di queste si ripercuote sulle altre. Gli interventi cesori da operare si devono limitare ad una rimonda dei rami interni secchi, deboli o spezzati, nell’ottica di “bilanciare armonicamente” la pianta e non inficiarne le funzioni vegetazionali e la stessa vitalità”.
Il WWF denuncia alle autorità i casi di tagli di alberi che contravvengono al regolamento
Il WWF, convinto che sia possibile una gestione virtuosa degli alberi e del verde delle città, ha documentato e denunciato i tagli eseguiti ai danni degli alberi nel Comune di Piano di Sorrento, in zona sottoposta a tutela paesaggistica ai sensi del D.L.vo 42/2004 e dove vige un Regolamento per la Tutela del Patrimonio Arboreo che disciplina la materia stabilendo tempi e modalità delle potature al fine di evitare le cosiddette "capitozzature" e le potature radicali le quali, oltre ad essere decisamente antiestetiche, risultano dannose per lo stesso sviluppo delle piante.
Il Regolamento recita:
• art.2 - Tutela degli Alberi - “E’ fatto divieto di danneggiare gli alberi o eseguire interventi che comportino un mutamento della forma pregressa di allevamento degli alberi, come capitozzatura delle branche principali…”
• art.4 - Richiesta e rilascio autorizzazioni - lettera c) “Chiunque intenda eseguire qualsiasi intervento che modifichi la forma, la struttura e le caratteristiche delle piante di cui al comma a) deve chiedere preventiva autorizzazione al Servizio Tecnico Urbanistica/Edilizia Privata.”
• art.11 - Sanzioni - “I trasgressori di quanto disposto del presente regolamento relativamente ad interventi che hanno comportato danneggiamenti pur senza l’abbattimento dell’esemplare arboreo, saranno puniti con una sanzione amministrativa pari alla metà di quella prevista per gli abbattimenti di cui ai precedenti punti.”
Dopo la nota del WWF e gli accertamenti comunali ai privati sono scattate multe salate: l’ultima, nel caso del cedro in via delle Rose, intorno ai 1000 euro. Il regolamento comunale prevede inoltre, in caso di eliminazione di un albero, l’obbligo di reimpianto di un nuovo esemplare arboreo adulto avente già discrete dimensioni al momento della messa a dimora.