«Pasticcio Bagnoli, sindaco azzoppato dalla sua maggioranza»

La nota del consigliere comunale Domenico Palmieri

Napoli.  

«Nuovo fiasco di de Magistris sulla vicenda Bagnoli. Oggi il sindaco credeva di incassare in Consiglio quel mandato politico che gli serviva per andare il 27 luglio a Roma, in cabina di regia, a dire che la città è con lui e con le sue battaglie di questi anni. E invece affronterà la trasferta nella Capitale con il grave limite di non avere il sostegno neanche della sua maggioranza». Lo scrive in una nota il consigliere comunale Domenico Palmieri.

«Dal varo dello Sblocca-Italia in poi, il sindaco ha compiuto una serie di errori e valutazioni politiche. Ultima in ordine di tempo, la decisione di discutere della questione Napoli Ovest nel Consiglio comunale, già convocato, che avrebbe dovuto riunirsi stamattina. Un tentativo maldestro - spiega l'esponente di Napoli Popolare - per recuperare, a tempo ormai scaduto, il deficit di coinvolgimento dell'assise cittadina, da lui relegata a semplice organismo di ratifica. Ma non aveva calcolato che l'opposizione, sebbene nella sua eterogeneità, avrebbe disertato l'aula per dare un segnale forte rispetto a un metodo profondamente antidemocratico che vede il Consiglio estromesso dai processi partecipativi e decisionali. Lo stesso metodo, peraltro, che il sindaco aveva contestato al governo centrale all'atto dell'insediamento della cabina di regia. Ma non aveva calcolato che la sua maggioranza oggi sarebbe venuta meno».

«L'informativa in aula – conclude Palmieri – non era un passaggio istituzionale dovuto ma, accompagnato da un documento politico votato dall'aula, poteva rappresentare per il sindaco l'occasione per recuperare credibilità nei confronti di tutti i protagonisti del tavolo, e giustificare, agli occhi delle associazioni e dei movimenti, la firma all'accordo su Bagnoli. Non è andata così, il banco è saltato. Il risultato politico della giornata è l'ennesima dimostrazione dell'insipienza di un progetto politico annunciato come Rivoluzione arancione e dello stesso de Magistris, azzoppato da una maggioranza sempre più friabile».