"Nola, una discesa senza fine". E' questo il titolo del lungo e durissimo manifesto con il quale il Partito Democratico commenta quanto sta avvenendo in queste ore al Comune di Nola, dove il sindaco Biancardi ha minacciato di dimettersi se non dovesse rientrare la crisi in maggioranza. In ballo ci sono poltrone ed assessorati, ma soprattutto il rispetto di accordo presi in campagna elettorale che - a quanto pare - qualcuno non intende più rispettare.
«Nessuno ha mai visto, nessuno ha mai sentito, nessuno ha mai parlato! Venendo da un altro mondo ci meravigliamo di tutto. Salvo poi ritrovarci e sfogarci con una compiacente e silente tastiera o fra la folla facendo a gara a chi la dice più dura e nel modo più forte. Le pessime figure cittadine sono una novità? No, la novità è soltanto il rilievo nazionale della no- stra povera realtà. Siamo nell’occhio del ciclone e forse è il caso di dire, finalmente», si legge nel manifesto a firma del coordinatore cittadino Luigi Pappalardo
«Ci siamo beati per anni e forse per secoli, della nostra storia, dei nostri personaggi famosi, delle nostre ricchezze culturali e territoriali, senza accorgersi che tutto ciò era un alibi per la nostra pochezza attuale, perché ciò che di buono avevamo era dei nostri padri e noi non facevamo niente perché fosse nostro. Vivevamo di rendita, consumandola ogni giorno che passava. Questa classe dirigente, politica e non, è nostra, ce la siamo cresciuta, coltivata e infine votata. Gli scandali li avevamo sotto gli occhi ogni giorno, ma ci bastava uno squillo di fanfara, l’avvicinarsi del mese di giugno, una sagra o un microfono a portata di mano per farci accettare qualsiasi cosa. E sempre ci siamo sentiti in diritto di criticare e strillare, senza mai pensare che una buona parte di colpa era nostra».
«Questa amministrazione la votiamo da venti e passa anni, sono sempre le stesse persone o le stesse famiglie. La parte più sana e competente, che pure esiste in questa città, ha sempre preferito realizzarsi altrove o al massimo rimanere qui senza mai impegnarsi seriamente. Ci si sente tutti offesi e indignati per ciò che ci è caduto addosso. Ma era tutto prevedibile! E allora chiedere le dimissioni di questa amministrazione ha un senso? E chi pensa di venire dopo ha la stessa matrice oppure è gente finalmente convinta che è arrivata l’ora di girare pagina?».
«Nola merita di meglio e di più, siamo in grado di darglielo? L’orgoglio e la dignità, parole usate sempre più spesso, in contesti sempre differenti, ma quasi mai a proposito, sono sparite da questa Città. Le vostre dimissioni potrebbero essere una testimonianza, ma siamo sicuri che questa sensibilità non vi appartiene! Un sindaco con un singolare concetto della legalità può ergersi a vittima di complotti? Un sindaco che nelle sue nomine non ha mai cercato né privilegiato la competenza e la professionalità, guardando soltanto l’appartenenza politica, ha poi il diritto di lamentarsi dei suoi collaboratori?».
«Un sindaco che si presta ad un sit in di protesta, con i suoi colleghi di partito, davanti ad un ospedale che ha contribuito a distruggere, chi lo ha votato? Un sindaco che cerca di giustificare dirigenti lautamente pagati, spesso anche questi di sua nomina politica, per la loro incapacità professionale, certificata da “Mandatopoli”, dalla annosa mancata certificazione dei debiti fuori bilancio, o recentemente dallo scandalo, a tutti noto, della cosid- detta questione dei “furbetti del cartellino”, è arrivato oggi sul municipio di Nola? Chi doveva controllare? Cosa ha fatto e fa un Nucleo di Valutazione, anche esso di nomina politica, per controllare e valutare l’operato dei suoi dirigenti?»
«Sindaco, non è l’attacco al Comandante dei Vigili Urbani lo scandalo. Lo scandalo è che, prestandoti ad un’operazione mediatica, che ha dimostrato l’incapacità personale e dell’intero staff di cui ti sei circondato, hai cercato di scaricare le tue responsabilità e giustificare i tuoi errori. Sei andato per suonare e sei stato suonato! E quello che è grave è che in tanti abbiamo poi ricevuto telefonate da amici e conoscenti lontani che, chiedendo delucidazioni, ridevano alle nostre spalle. Ha riso l’Italia tutta e forse hanno ragio- ne perché tu ci rappresenti e chiamato a rappresentarci ti abbiamo delegato noi con il nostro voto! E’ ora di cambiare! E che sia un cambiamento reale della nostra mentalità sociale e politica prima di tutto».