Una strada per Andrea Marchese e le altre vittime di camorra

A Torre Annunziata via alla nuova toponomastica con nomi direttamente scelti dai cittadini

Torre Annunziata.  

Si chiamerà “Lungomare Oplonti” la bretella che a breve collegherà il porto di Torre Annunziata con l’autostrada Napoli-Salerno. Una decisione presa questa mattina dalla Giunta Comunale, dopo aver lanciato una campagna d’ascolto su facebook aprendo l’apposita pagina “Un nome per una nuova strada”. Tra le tante proposte, l’Amministrazione ha scelto Lungomare Oplonti; un nome che racchiude in sé i punti di forza della città, che sono appunto il mare e gli scavi archeologici.

Ma la città non dimentica neanche il suo passato oscuro: lo slargo di accesso dal porto alla bretella sarà intitolato infatti ad Andrea Marchese, il commerciante ucciso il 17 maggio del 1995 nel corso una rapina, e il tratto di strada che va da via De Simone a via Bertone ricorderà invece le “Vittime innocenti di camorra”.

«Decidere queste intitolazioni non è stato difficile – racconta il sindaco Giosuè Starita – perché la bretella si apre proprio sul mare, e in quell’area, dopo l’abbattimento delle mura, il panorama che si offre alla vista è quello del nostro golfo. Oplonti, perché dal nostro passato dobbiamo trarre le risorse per il futuro; un percorso già avviato con l’allestimento della mostra sui reperti archeologici e la trasformazione della sede comunale di Palazzo Criscuolo in sede museale, e realizzazione del Museo dell’Identità. Era doveroso, poi, ricordare Andrea Marchese e con lui tutte le vittime innocenti di camorra; il passato che non ci piace non va rimosso, ma tenuto sempre presente per creare le condizioni, facendo ogni sforzo possibile, perché non ritorni mai più. In questa prospettiva – conclude il sindaco - la scelta di ricordare le vittime innocenti di camorra proprio con la strada in cui si affaccia palazzo Fienga assume un significato specifico: il luogo dove sono state emesse sentenze di morte diventa il riferimento per la memoria di tanti cittadini che ne sono stati vittima».