Sorrento, al Chiostro San Francesco di scena "Servillo & Solis String Quartet"

Appuntamento venerdì 11 agosto alle ore 21.15 con la "Sorrento Classica 2023

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Peppe Servillo autore e interprete dello spettacolo dedicato a Renato Carosone tra i musicisti più istrionici del panorama musicale partenopeo.

Sorrento.  

"Carosonamente" è certamente uno degli appuntamenti più attesi del Festival "Sorrento Classica 2023" con Peppe Servillo e i Solis String Quartet in programma al Chiostro di San Francesco Venerdì 11 agosto alle ore 21.15.

Si tratta dell’ottavo appuntamento della rassegna promossa e organizzata dal Comune di Sorrento e dalla S.C.S. Società dei Concerti di Sorrento diretta dal Maestro Paolo Scibilia che propone un evento interamente dedicato a uno dei musicisti più istrionici del panorama musicale partenopeo e applaudito in tutto il mondo: Renato Carosone.

Dai classici Tu vuo’ fa l’americano, Torero e  ’O sarracino, alle canzoni meno famose come Tre guagliune e ‘nu mandolino a capolavori carichi d’ironia come Pigliate ‘na pastiglia fino a raggiungere canzoni e testi melanconiche del dopoguerra come Giacca rossa ‘e russetto e T’aspetto ‘ e nove, in un connubio affascinante tra musica e parole, storie vere e credenze popolari.

La musica di Carosone, come sottolineato da molti critici, è inclusiva perché non ha paura del diverso, ma lo accoglie con ammirazione e curiosità.  La sua arte è formativa perché ha le sue radici in studi accademici e allo stesso tempo si nutre della strada e del quotidiano, inventa ed innova un genere portandolo per la prima volta nelle case degli italiani attraverso la neonata televisione. Come ha sottolineato lo stesso Peppe Servillo alla presentazione del progetto: “Si ride con le canzoni, ma non solo, Renato ci commuove, si commuove guardando con carezzevole ironia i suoi toreri, saraceni e americani. Carosone pensa con affetto la sua gente, il suo mare, i suoi porti e la sua terra con un umorismo semplice, dal basso, senza sarcasmo, senza potere, senza cattiveria nel sorriso. Egli ci porta lontano, sbagliando volutamente strada, per un imprevisto musicale e di parola, noi lo seguiamo sperando di non fare danni, magari ci travestiamo e fra di noi non ci riconosciamo”.