Napoli e l’economia della cultura: monito di Gianni Lepre

"Bisogna garantire che le nostre bellezze, comprese le isole, diventino focus turistico"

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L'analisi

Napoli.  

Si continua a parlare di turismo, di dati e di made in Italy, ma nessuno si occupa però di rendere monetizzatile tutti i bei progetti su offerta e modalità di godimento delle eccellenze.

Il problema è sempre lo stesso, la propaganda fa un gran chiacchierare, ma poi alla fine sono i dati reali che inchiodano Napoli ai sui pressapoco 2 milioni di visitatori annui che non lasciano certo spazio alle grandi soddisfazioni per i lusinghieri risultati raggiunti.

“Il fumo della propaganda è un classico italiano, ma soprattutto del Meridione - ha esordito Gianni Lepre, economista e consigliere del ministro della Cultura - è come quando si gonfiano le vele delle navi senza il vento.

I dati li abbiamo già snocciolati con Roma che si attesta quasi a 30 mln di turisti in un anno, e fanalino di coda delle realtà cosiddette eccellenti, Napoli con meno di 2 mln di visitatori, compresi quelli del boom turistico da scudetto”.

Lepre che è anche presidente della Commissione economia della cultura del consiglio nazionale dell’ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, ha poi continuato:

“Se andiamo a guardare i fatti la Campania, considerato sia l’aspetto geografico che che patrimoniale dovrebbe guidare la classifica  delle eccellenze insieme alla Sicilia, il cui patrimonio è equipollente per quanto riguarda arte e cultura. La nostra Campania ha in più le tre perle del Mar Tirreno: Capri, Ischia e Procida, un vero plusvalore che però non è a regime sinergico, quindi contano come realtà territoriali a se. Questo ovviamente è un grande errore, ma le isole in Italia hanno un ruolo da soliste anche se oggi sarebbe opportuno ed economicamente vantaggioso inserirle all'interno dell’orchestra Paese”.

“E’ importante notare - ha poi sottolineato Lepre - come nonostante l’Isola di Procida sia stata Capitale Italiana della Cultura per il 2022, non risulta questo grande afflusso turistico.

Procida è anche l’isola del film ‘Il Postino’, l’ultima pellicola del grande Massimo Troisi, e nonostante tutto, in quei luoghi l’offerta turistica è inadeguata, come del resto le stesse infrastrutture ricettive. Se Procida fosse stata nella laguna veneta, sono sicuro che sarebbe diventata più famosa di Murano”. E in effetti il punto è proprio quest’ultimo toccato da Lepre che con una precisione svizzera ha evidenziato il problema: la geolocalizzazione delle nostre eccellenze conta in maniera decisiva nel nostro ‘stivale’.

Al nord del Paese riescono a trasformare la latta in oro, nel Sud siamo altrettanto bravi a fare il contrario: trasformare in latta l’immensa miniera d’oro che la natura ci ha lasciato in dote.

Lepre ha poi concluso: “Se potessimo immaginare dei percorsi e delle offerte per tutto quello che abbiamo in Campania, per mare e per terra, in pianura o in montagna, sui laghi o nei borghi medioevali, il turista resterebbe da noi non 1 giorno o 3 giorni, ma addirittura una settimana per poter godere di tutto. In termini economici 1 settimana sarebbe veramente oro e non manna che piove dal cielo per l’economia meridionale. La vera locomotiva d’Italia è il Sud, ma a qualcuno questo non fa piacere”.