Caravaggio e Napoli hanno un rapporto speciale. "Ma solo il 5% dei turisti che vengono a Napoli - spiega il direttore del museo di Capodimonte Sylvain Bellenger illustrando la mostra sul Caravaggio del periodo napoletano che apre i battenti domani - sanno che qui sono custodite tre sue opere. Perciò abbiamo deciso che su questo dovevamo martellare".
Sono una decina i dipinti attribuiti a Caravaggio durante i diciotto mesi trascorsi a Napoli e divisi in due periodi, tra l'autunno del 1606 e il 1607 e poi tra l'autunno del 1609 e il 1610. Sei quelli che si potranno ammirare a Capodimonte cui si aggiunge un settimo, la tela delle sette opere di misericordia ospitata al Pio Monte della Misericordia. "Sono due mostre in una - ha spiegato Bellenger - sapevo che sarebbe stato complicato avere la tela e poi è stata una bellissima esperienza antropologica. Ho imparato che in Italia l'arte è anima, e quando si tocca l'anima è sempre difficile".
Un servizio gratuito di navette collegherà i due siti. Il biglietto per la mostra di Capodimonte garantirà una riduzione sull'ingresso al Monte Pio della Misericordia.
“È una mostra dedicata ai diciotto mesi di Caravaggio a Napoli - ha spiegato Bellenger - forse i mesi più difficili della sua vita. Un uomo in fuga, condannato a morte che arriva a Napoli veramente devastato. L'incontro di Caravaggio a Napoli è una cosa particolare, forte, che cambia anche la scuola napoletana. Caravaggio è lo zoccolo della scuola barocca napoletana quasi fino alla fine del '700. Le pitture che sono nella mostra vengono dal mondo intero, da Londra, ma anche dal palazzo Reale di Madrid. In questo caso si tratta di una pittura che non si vede mai perché è nell'appartamento della famiglia reale spagnola. La mostra è organizzata in un modo molto drammatico, quasi nel buio, con illuminazione solo sui quadri. E' una esperienza quasi caravaggesca. Le sale sono organizzate sui temi dipinti da Caravaggio e che hanno influenzato la scuola napoletana".